In una lunga intervista rilasciata all’emittente radiofonica Onda Cero, Álvaro Morata, attaccante spagnolo in forza alla Juventus, ha commentato i suoi primi mesi a Torino, senza dimenticare il suo trascorso al Real Madrid dove non ha di certo avuto un buon rapporto con il tecnico Carlo Ancelotti.
Queste le sue dichiarazioni:
“Ancora non capisco perché a Madrid sono passato dalle buone prestazioni in campo alla tribuna. Non chiedevo di giocare titolare, ma un altro trattamento sì. Con Ancelotti a malapena c’era un rapporto mentre da Allegri, nel bene e nel male, ho molta più considerazione. Mi apprezzano di più ora che sono all’estero. Quando ho lasciato Madrid uno dei miei obiettivi era la convocazione in Nazionale e qualcuno pensava fossi pazzo. La clausola di “recompra” del Real Madrid? Penso che sarebbe una mancanza di rispetto per il mio club, l’allenatore e i compagni di squadra il solo fatto di pensarlo. Sono così felice che non posso nemmeno fermarmi a pensare al Real o ad altre squadre”.
In merito ai suoi ex compagni di squadra del Real Madrid, in particolare sul trio composto da Benzema, Bale e Ronaldo, ma anche su Jesé, ha dichiarato che “è difficile competere con la Bbc. Jesé può fare bene, ma se un giocatore si mette in luce all’estero il Real Madrid lo vorrà ingaggiare”.
In merito al suo rapporto con l’attaccante bianconero Fernando Llorente, il giovane centravanti si è espresso con un “non è un compagno di squadra, è un amico. Non dimenticherò mai tutto quello che ha fatto per me. Gran parte del merito per quello che sto facendo è suo. Mi elogia sempre, mi dà consigli ed è felice per me. E’ difficile trovare persone così e non ascolterò mai chi parla male di Fernando. Magari in futuro potremo giocare di più insieme”.
Infine, spaziando dal calcio italiano alla nazionale spagnola, fino ad arrivare ai suoi miglioramenti, Morata ha concluso così:
“Il calcio italiano? Si sta evolvendo ed è più divertente rispetto a qualche anno fa. Pirlo e Buffon? Li ammiro da quando ero piccolo. A Buffon è impossibile segnare durante le partitelle, così a volte mi limito a mettermi dietro a Pirlo per vedere come tira le punizioni. Io non lo faccio per non sembrare ridicolo… Quando uno fa le valigie ed esce di casa, matura in tutti i sensi. Convocato dalla nazionale spagnola? Essere qui per me è qualcosa di incredibile. Prima festeggiavo i successi della Roja e ora ne faccio parte. Sogno il primo gol, anche se non è un’ossessione”.