Audentes fortuna iuvat, a volte in differita
Audentes fortuna iuvat è il titolo dell’editoriale di oggi. Dal “cilindro” del sorteggio della UEFA Champions League è saltato fuori, per la Juventus di Massimiliano Allegri, un “coniglio” chiamato Monaco. La squadra del Principato è, nel lotto delle possibili avversarie, quella considerata sulla carta più abbordabile.
Buona estrazione dunque per i bianconeri, che si vedono rimborsati (in tutto o in parte e almeno prima che sia il campo a parlare) di qualche beffardo tiro che la sorte ha riservato loro nelle ultime due edizioni della massima competizione continentale per squadre di club.
Facciamo, quindi, due passi indietro: la giovane e spigliata (seconda) Juventus di Antonio Conte, ancora priva (tra gli altri) di Pogba, Tévez e Morata e fresca di consolidamento tattico del (poco europeo, a detta di molti) 3-5-2, si era qualificata ai quarti di finale andando a sbattere sull’allora invincibile armata bavarese del Bayern Monaco, che risultò alla fine campione del torneo per manifesta superiorità. Un sorteggio meno proibitivo avrebbe forse permesso ai bianconeri quanto meno di giocarsi il passaggio del turno con maggiore equilibrio.
Arriviamo poi alla scorsa edizione, terminata con la deludente appendice della semifinale di Europa League (nella quale la Juventus si è arresa ai lusitani del Benfica a un passo dalla finale dello Juventus Stadium): di certo la sorte non fu benevola e, in questo caso, neanche aiutata dall’audacia, perché l’esperienza europea dei torinesi fu vissuta con prestazioni oggettivamente sotto tono rispetto alle potenzialità della squadra.
La conclusione è ancora nella memoria di tutti: imprevedibile bufera di neve in quel di Istanbul e qualificazione agli ottavi mancata, ma non certo e non solo in virtù di quella sciagurata trasferta; la fossa era già stata scavata per bene e in assoluta autonomia nelle cinque precedenti gare.
Torniamo a oggi dunque: vero, il sorteggio è stato fortunato, ma si può dire (con la ragionevole certezza di non essere smentiti) che la Juventus vantasse un consistente credito nei confronti della sorte. E ora che si fa? Il sempre fiducioso Massimiliano Allegri ha la possibilità di superare il risultato raggiunto (a onor del vero con risorse più scarse) dal suo predecessore.
L’occasione è ghiotta, ma paradossalmente i bianconeri hanno tutto da perdere da questo quarto di finale che li vede contrapposti a una formazione alla loro portata. Per la squadra e per l’intero movimento calcistico italiano il raggiungimento delle semifinali della Coppa dei Campioni (“ci piace ancora chiamarla così”, per citare un sempre gradevole Francesco Repice) sarebbe un risultato importantissimo, anche nell’ottica della graduatoria internazionale (più brevemente chiamata ranking).
Lasciarsi sfuggire una possibilità così allettante sarebbe un vero peccato e, per Allegri e i suoi uomini, è arrivato il momento di “mettere la freccia” e sorpassare la pesante ombra del passato. La probabile assenza di Paul Pogba non deve essere un alibi: la maturità delle grandi squadre europee si vede anche dalla capacità di far fronte a questi problemi, tanto più che la strada in campionato sembra spianata, vista la sopravvenuta e da me insospettabile inconsistenza della Roma (già… in certe circostanze occorre battersi pubblicamente il petto).
Sorriderà amaro Antonio Conte, che avrebbe dato chissà cosa per un’occasione simile, ma la malasorte nel sorteggio prima e la mancanza di determinazione della squadra poi (unita sempre a una consistente dose di sfortuna) gli hanno sottratto qualcosa che, onestamente, avrebbe meritato di assaporare. C’è da essere tuttavia convinti che, una volta sedutosi in tribuna o in poltrona, l’amarezza lascerà spazio al suo vecchio cuore bianconero.
Una cosa sia chiara: il campo avrà (come al solito) l’ultima parola, quindi guai a sottovalutare i monegaschi; sarebbe l’errore più grande da compiere in un contesto apparentemente tutt’altro che proibitivo… per informazioni chiedere all’Arsenal.