E’ notizia di questi giorni lo sciopero – poi rientrato – dei giocatori della Nazionale di San Marino. Infatti, gli stessi chiedono di essere salvaguardati perché trattati alla stregua di professionisti, quando in effetti non lo sono. Con tutte le problematiche che ciò comporta. Nonostante la scarsa credibilità internazionale della selezione, il calcio della Serenissima rappresenta una realtà da salvaguardare. La cui storia vale la pena di ricordare.
Repubblica antica e libera
Dal punto di vista geopolitico, la Serenissima Repubblica di San Marino è la terza nazione più piccola d’Europa. Con una popolazione di poco meno di 33.000 abitanti ed una superficie di appena 61 km quadrati, automaticamente viene considerata tra le “piccole” del calcio mondiale. Va da sé che, avendo a disposizione talmente poche risorse umane da cui attingere, il movimento pallonaro di San Marino ha sempre sofferto terribilmente i confronti con le altre selezioni, riuscendo raramente ad interrompere lunghe strisce negative.
Il passo verso il mondo
Incastonata al confine tra le regioni di Emilia-Romagna e Marche, San Marino è riuscita a produrre solo due giocatori nella sua storia capaci di calcare la Serie A (Marco Macina e Massimo Bonini, di cui parleremo più avanti) e: infatti, praticamente tutti i giocatori della Nazionale hanno trovato spazio solo nelle serie minori italiane. La Nazionale è stata ammessa provvisoriamente a FIFA e UEFA nel 1986, diventando membro effettivo due anni più tardi. La prima gara internazionale è datata 28 marzo 1986, dove a Serravalle arrivò la sconfitta per 2-0 contro il Canada olimpico. Quella ufficiale, invece, venne disputata il 14 novembre 1990 e vide lo 0-4 da parte della Svizzera. Da allora San Marino ha sempre preso parte ad amichevoli ed eliminatorie continentali e mondiali. Con risultati estremamente negativi.
Statistiche da incubo
Al 15 novembre 2014, le statistiche internazionali della squadra del Titano recitano il terribile score di 121 sconfitte in 126 partite disputate, con quattro pareggi ed una sola vittoria storica datata 28 aprile 2004: sempre a Serravalle, la clamorosa affermazione arrivò contro un altro “peso piuma” del calcio europeo, Liechtenstein, grazie alla rete di Andy Selva al 6° minuto. In quell’amichevole giunse quindi l’unica gioia. Logicamente, tali risultati complessivi ed in particolare le goleade subìte in tante occasioni, hanno anche acceso polemiche sulla credibilità di una realtà simile nel calcio europeo. Da qui, l’antipatica etichetta di “squadra materasso”. La peggiore è arrivata ad opera della Germania il 6 settembre 2006: 13-0 !
L’exploit isolato di Bonini
San Marino ha prodotto un solo campione. Si tratta di Massimo Bonini, centrocampista classe 1959 che viene ricordato quale “scudiero” di Michel Platini nella Juventus pigliatutto degli anni ’80. Con i bianconeri Bonini ha vinto praticamente tutto in Italia e nel mondo, con in bella mostra i successi del 1985: Coppa dei Campioni – sebbene insanguinata e senza valore – ed Intercontinentale. Ormai a fine carriera, Bonini divenne capitano della Nazionale e promotore del calcio sammarinese, in seguito anche come Commissario Tecnico. Un altro exploit di un giocatore di San Marino risale al 1993, quando Davide Gualtieri realizzò all’Inghilterra dopo meno di 9 secondi la rete più veloce tra squadre europee. Peccato per l’1-7 finale…
Dilettantismo internazionale
Come detto, i calciatori selezionati dalla Nazionale di San Marino solo in alcuni rari casi rispondevano al nome di professionisti. Ma gli impegni comunque richiesti a questi atleti, spesso dilettanti ma calciatori di livello internazionale per l’attività della selezione, sono sempre stati rilevanti. E ora si è deciso di dare un segnale forte per salvaguardare il movimento sammarinese ed i suoi interpreti: da qui lo sciopero per sensibilizzare il calcio europeo e la minaccia – poi rientrata – di boicottare l’imminente impegno contro la Slovenia. Ci auguriamo da appassionati che il simpatico San Marino possa godere di una migliore organizzazione, che gli permetta di formare un valido vivaio ed acquisire competitività agli occhi del mondo.