Solitamente le polemiche lasciano il tempo che trovano ed è sempre il campo a determinare il più meritevole tra i contendenti. In Russia, però, il problema è proprio questo: dove giocare le partite? I manti erbosi sono messi a dura prova dalle condizioni climatiche e in molte occasioni si rischia di compromettere il normale svolgimento delle partite. La gestione di questo annosa problematica ha investito negli ultimi giorni quattro squadre, che lottano per analoghi obiettivi: Torpedo e Arsenal per la salvezza, Zenit e CSKA per il titolo.
La polemica di Villas Boas-Al termine della gara pareggiata nei minuti finali con la Torpedo Mosca il tecnico portoghese dello Zenit San Pietroburgo era stato chiarissimo, definendo il terreno dello stadio Saturn a Ramenskoye “inadatto per una competizione di questo livello”. In molti addetti ai lavori lo avevano supportato, come ad esempio il direttore della Federcalcio Cheban, che si era lamentato della divisione di poteri che non gli consentiva di gestire anche la commissione adibita ai sopralluoghi negli impianti. Secondo altri la scelta di passare al sistema autunno-primavera, tipico dei campionati europei, è stato uno dei fattori principali di una questione sempre esistita ma peggiorata negli ultimi tempi: si inventano numerose norme atte allo sviluppo del calcio russo e poi non si garantiscono infrastrutture ideale per giocare a calcio?
A Mosca sì, a Tula no-La goccia che ha fatto traboccare il vaso si è presentata nella giornata di lunedì, con il divieto imposto all’Arsenal di giocare nel proprio stadio la sfida di questo fine settimana col CSKA. Le condizioni del terreno di Tula non erano di certo peggiori di quelle dello stadio moscovita, ma in questo caso la commissione, magari per evitare eventuali polemiche post gara simili a quelle dello Zenit, ha usato in pugno di ferro, chiedendo, come si fa in questi casi, l’indicazione da parte del club terz’ultimo in classifica di uno stadio di riserva. A nessuno è andata giù questa decisione, tant’è che Alenychev ha dichiarato sin da subito: “Se ci fanno giocare a Mosca mando le riserve”. E l’ex giocatore del Porto è stato di parola. Prima di entrare nel dettaglio e analizzare tutto quanto accaduto in questi giorni salta all’occhio un fatto decisamente curioso: già all’andata l’Arsenal accettò la richiesta del CSKA di invertire i campi (anche se il dg Babaev afferma che l’iniziativa fu presa dalla RFPL), giocando quindi la prima sfida a Mosca, proprio per motivi “erbosi”. Qualche mese dopo, invece, i moscoviti non sono andati incontro alle esigenze dei cannonieri, che avevano proposto di giocare l’1 aprile.
La scelta di Alenychev ha scaturito reazioni opposte- In molti hanno appoggiato il tecnico dell’Arsenal, tranne ovviamente Sergey Cheban e quelli del CSKA. “E’ la terza giornata dopo la pausa invernale ed è la prima gara casalinga per la squadra di Tula” ha dichiarato Cheban. “Penso che abbiano avuto sufficiente tempo per preparare il manto del loro stadio. Noi siamo perchè ogni squadra possa competere al meglio delle proprie forze e quindi siamo contrari alla decisione di Alenychev”. Laconico il presidente della RFPL Pryadkin: “Non credo sia una scelta vantaggiosa per l’Arsenal“. Babaev, dg del CSKA si è detto dispiaciuto: “Posso capire lo stato d’animo di Alenychev, ma il campionato russo non è un torneo per amatori, le regole sono fatte per essere rispettate. Giocare l’1 aprile? Impossibile, abbiamo molti giocatori impegnati con le nazionali e pochi giorni dopo abbiamo la sfida cruciale con lo Zenit”. In casa Arsenal, invece, tutti hanno appoggiato la scelta del loro allenatore, il quale tra l’altro non ha confermato la sua presenza a Mosca. In ogni caso anche la società ha espresso un parere favorevole, come ha espresso l’addetto stampa Evgenij Ovsyannikov, ed anche dalle cariche istituzionale più alte, come il governatore della regione Gruzdev, sono giunte parole di supporto.
La sfida si disputerà sabato alle 12:15 italiane nel campo adiacente al Lokomotiv Stadion di Mosca, la piccola Arena di Cherzikovo.