L’ufficialità è arrivata stamattina: Angelos Anastasiadis non è più l’allenatore del PAOK. Un esito che, solo a dicembre, sembrava impensabile, dato il gioco spumeggiante della bicefala del nord, condito da ottime prestazioni individuali e una mentalità finalmente da grande squadra. Tutto sciupato in poche settimane: tra un dicembre densissimo di partite, cali di rendimento e la sensazione di qualcosa di rotto nel meccanismo messo a punto dal’esperto tecnico, il PAOK ha perso ben 16 punti nell’anno nuovo, concedendo miglia di distanza all’Olympiakos e facendosi sorpassare anche da un Panathinaikos col turbo.
Eliminati anche ai preliminari di Coppa di Grecia, i bianconeri dovevano puntare tutto sul campionato, ma lo scialbo 0-0 nella gara decisiva contro l’Asteras Tripolis (quarta, a -3 dal terzo posto) ha convinto la dirigenza a prendere questa netta decisione. E’ la fine di un progetto che sembrava davvero in grado di riportare Salonicco nell’Olimpo del calcio greco, dopo tante finali perse e gradini meno nobili del podio. Sembra impossibile che la squadra che meglio giocava nel girone d’andata, ora sia la brutta copia di una qualsiasi compagine di metà classifica.
Sarà, manco a dirlo, Giorgos Georgiadis a prendere il posto di Anastasiadis. E’ il terzo anno consecutivo in cui il classe ’72 deve sedersi in panchina e portare a termine la stagione. Fu così due anni fa dopo l’esonero di Donis, lo stesso nel 2014 dopo la cacciata di Stevens. Segno che, forse, il declino di lungo periodo sarà sempre una costante nel PAOK, come sempre croce e delizia: sorprendente, ma fino a un certo punto.