Una Formula 1 a gettoni

Qual è il valore di un test in prestagione? Quale quello delle prove libere? Due domande che cominceranno a trovare risposta già da oggi, con le qualifiche che avvieranno il campionato di Formula 1, edizione 2015.

Campionato in crisi, campionato della crisi: per mantenere 20 vetture in pista, si è dovuto ripescare ciò che restava della Marussia (col solito stratagemma di non cambiare del tutto il nome, pena la perdita dei contributi), che pure fin qui non ha corso neanche un metro. Ma una Formula 1 senza almeno 20 vetture iscritte è contro al patto della concordia, e quindi ci si tappa il naso e si tira avanti.

Sicuri? Perché, comunque vada, la Manor-Marussia svela e rivela più di un problema per tutti. Nelle libere di ieri, le vetture non sono scese in pista per problemi tecnici: tra questi, la mancanza di conoscenza del software destinato a gestire l’unità motrice (che è quella della Ferrari 2014).

In altre parole: troppo sofisticato, troppo duro da gestire per una scuderia che correrà con la vettura dell’anno scorso (riadattata al regolamento, ha superato i crash-test soltanto una decina di giorni fa). Una trasferta in Australia fatta da incognita totale. E, in fatto di prestazioni, vale la pena di ricordare come i tempi si siano abbassati di un paio di secondi, nel frattempo. Quindi cominciamo a pensare che, per la prima volta dai tempi della Lola-Mastercard (era il 1997), potremmo essere di fronte a una vettura in grado di non superare il 107% in qualifica. Non è uno scherzo: è la F1 di oggi.

Guardando avanti, invece, il dato di fatto è che le Mercedes sono ancora davanti a tutti: in modo netto, ma non disperante come è stato durante la scorsa stagione. È da dire che la scuderia tedesca ha lavorato in modo piuttosto aggressivo sul motore (che già era il più performante), e che un anno fa partì sì favorita, ma la stagione cominciò a svoltare davvero dopo due o tre gran premi, quando ci fu il primo sviluppo (e la vettura migliore divenne imbattibile). A febbraio sono tutti possibilisti, tutti dicono che le distanze si sono ridotte; dopo, a volte, è più difficile.

In casa Ferrari, abituiamoci a un nuovo corso: non parlo tanto di quello “politico” (scuderia a trazione americana, cioè “marchionnica”), quanto di tecnica. L’epoca di Alonso (a proposito: sinceri auguri) si è chiusa, e tecnicamente ha lasciato scorie evidenti, in mezzo a qualche buona eredità. Si è provato a mantenere le seconde, e a oltrepassare le prime: quindi ben venga Simone Resta come capo designer della nuova vettura; ma, soprattutto, ben venga un cambio di disegno, proprio.

Prendiamo un solo esempio: la parte anteriore della vettura. Prima di tutto, la macchina è molto puntata in avanti: una scelta dettata in parte dal regolamento, ma anche un segnale per Räikkönen, che ha una guida tendente al sovrasterzo. Ovvero: si è pensato sì alla macchina, ma anche ai volanti (dato che pure Vettel ha uno stile di guida non dissimile); cambiata completamente anche la sospensione, cambiati i profili alari, ricostruita da zero l’aerodinamica.

E qui arriviamo al punto: negli ultimi anni, per fin troppi motivi (gallerie del vento obsolete, mancanza di idee, o presenza di idee rivelatesi inutili), lo sviluppo a stagione in corso è stato minimo, ed è costato almeno un campionato (penso al finale della stagione 2012). E in una Formula 1 con una scuderia che non si capisce se e quando correrà, il regolamento per gli sviluppi è a dir poco assurdo: per il motore c’è un sistema a “gettoni” (sono state identificati 42 elementi modificabili, per un totale di 66 gettoni: solo 32 utilizzabili in questa stagione), per il resto c’è il simulatore, perché i test a stagione in corso continuano a essere banditi.

E qui il pensiero torna ancora a due ex piloti della Rossa: Schumacher e Bianchi. Se per il giovane francese si può citare l’esperienza da tester della rossa, nel 2011, per Schumi valgono i tanti anni passati a sperimentare e perfezionare ogni singolo componente. E la domanda, alla vigilia del primo GP della stagione, diventa: in una Formula 1 a gettoni (neanche fosse un autoscontro), esistono ancora storie in grado di essere ricordate?

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Pietro Luigi Borgia