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Nella giornata di oggi dedicata alle donne noi non possiamo non fermarci un attimo a ragionare bene sulla situazione in cui versa il calcio femminile italiano dopo il caos di questi giorni.

Per il calcio in rosa è un periodo di confusione dove il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Felice Belloli ha cercato di fermare le dirette TV del calcio femminile venendo sbugiardato subito dopo da Carlo Tavecchio e dove la coordinatrice del Dipartimento Alessandra Signorile ha deciso di provare a ridurre le retrocessioni al campionato di Serie B, accogliendo le istanze di alcune società rischiano di pagare solo le società e le calciatrici, la parte più esposta. Nel contempo stesso alcune società hanno deciso di far partire una campagna per passare sotto l’egida della FIGC e lasciare l’alveo della Lega Nazionale Dilettanti. Davvero tanta, tanta confusione.

Il calcio femminile è in crisi, come dimostra la protesta messa in atto dalla SS Lazio Calcio Femminile che ha rinunciato alla trasferta a Palermo incassando la solidarietà di tante società, addetti ai lavori ed appassionati del movimento compresa la sensibilità espressa dall’AIC. Ma nonostante questa crisi le ragazze continuano a sacrificarsi, continuano a giocare, continuano ad allenarsi ed a combattere contro tutto e tutti.

In un momento come questo risuonano in mente le parole di un dirigente del Cuneo maschile che ha giustificato lo spostamento del Cuneo femminile dallo stadio del Paschiero ad un campo in erba sintetica con un eloquente “tanto sono solo donne”: questa frase ha indignato tutti gli addetti ai lavori e non solo, travalicando i confini sportivi e diventando il tormentone delle donne e delle sportive cuneesi.

Se così deve essere, se questo è il pensiero subdolo dominante, se davvero in fondo in fondo anche Belloli pensa in cuor suo che “tanto sono solo donne” allora faccia il piacere di informare tutti i presenti e tutte le società che così potranno mettersi il cuore in pace per una buona volta e rassenerarsi senza obbligare se stessi e le tesserate ad uno sforzo immane per vincere pregiudizi e maldicenze e vedersi riconosciuto lo status di calciatrice professionista con cui la civile Europa già da tempo ha affrancato le giocatrici, ree dell’unica colpa di voler giocare ad uno sport considerato “una cosa da maschi”.

Noi, da parte nostra, desideriamo augurare buona Giornata della Donna a tutte le calciatrici e continueremo a seguire il calcio femminile, continueremo a parlarne, continueremo ad appassionarci e aspettiamo che Tavecchio attui il progetto che ha presentato in sede di elezione a Presidente della FIGC per il calcio femminile, perchè è il momento di metterlo in atto e far sì che le parole diventino fatti. E di non pensare che “tanto sono solo donne”.