Non Salah un’avventura

Quanti ne ha fatti Salah finora? 5, 6? Si rischia di perdere il conto nonostante non si tratti di numeri altissimi; si perde il conto perché Salah, tra campionato e coppa, ne ha messi a segno uno dopo l’altro, e questo è di per sé la dimostrazione che il mercato della Fiorentina può dirsi decisamente azzeccato, con l’addio di Cuadrado e l’arrivo del vero faraone della Serie A, dopo il continuo flop di El Shaarawy, che grande Faraone doveva esserlo ma non lo è e… si ha la grande paura che non lo sarà mai.

Super Salah, grande Fiorentina, e super Gabbiadini, che sta facendo sorridere un Napoli che aveva bisogno di talento fresco in rosa. L’arrivo dell’ex doriano ha portato brio, entusiasmo e soprattutto ha fatto capire che i colpi giusti, sul mercato, fanno la differenza, vedere anche l’innesto di Strinic, sempre in azzurro, e… quelli giallorossi di Ibarbo e Doumbia, che la differenza l’hanno fatta, sì, ma in negativo. La Roma doveva battere la Juventus per riaprire il campionato, Keita invece l’ha salvata da un altro flop in un periodo che definire negativo è un purissimo eufemismo.

Dicevamo, Ibarbo e Doumbia; quest’ultimo preferito, in fin dei conti, da Sabatini a… Salah, che in maglia Viola, dicevamo, sta facendo faville, ed ecco qui dunque che si chiude il cerchio. Cinque gol in sette partite per l’egiziano, chiaro segnale a Mourinho, a Garcia, e a chiunque non credeva in lui, e soprattutto, chiaro segnale a tutti quei dirigenti che piuttosto che scommettere sui giovani si affidano a un usato sicuro o presunto tale.

Usato che dovrebbe risollevare le cose secondo programma, usato che dovrebbe sistemare le cose perché experientia docet. Usato, però, che più che sicuro si rivela antico, e un po’ arrugginito, e troppo spesso, alla fine dei conti, non lascia altro se non un grande amaro in bocca.