E all’improvviso Salah
Quando alla fine del mercato di gennaio la Fiorentina ha venduto Cuadrado al Chelsea in cambio di 35 milioni di euro e il prestito di Salah in tanti abbiamo pensato a un errore della società viola. Non tanto per la cessione del colombiano, del resto se un giocatore vuole andarsene è inutile costringerlo a restare, quanto per l’acquisto dell’egiziano, visto più come un “Marin 2 – la vendetta” che come un valore aggiunto.
Vuoi per il fatto di parlare solo in arabo (al momento della firma del contratto ha preteso una copia scritta in arabo), vuoi perché coi i blues di Londra non era mai riuscito a lasciare il segno, vuoi perché dal Chelsea arrivava anche l’ex talento tedesco, ma sulla bontà dell’operazione Salah in viola ci credevano in pochi.
E invece l’egiziano, un po’ sosia di Marcelo e un po’ di Ficarra, ha sorpreso tutti. Sia chiaro: tutto il buono fatto con il Basilea fino a un anno fa non era passato inosservato, le qualità del giocatore le conoscevano tutti. Ma nessuno si aspettava un impatto così nei meccanismi di Montella: con quello di ieri all’Inter siamo a quota quattro gol in sei partite tra campionato e Europa League, più un paio di assist, sacrificio in fase di non possesso, dribbling ubriacanti, tecnica sopraffina e tanta, tanta corsa, quasi mai anarchica.
Ecco, incredibile a dirsi, Montella nel cedere un giocatore devastante — perché si parla di uno che sposta gli equilibri — ma anarchico e molto “umorale” prendendone uno fortissimo e al servizio della squadra ci ha addirittura guadagnato. L’attacco ha trovato equilibrio, la palla gira più velocemente e la squadra non ha perso di imprevedibilità. E, intanto, l’Egitto impazzisce per lui, intasando i canali social viola a ogni sua grande prestazione.
Che dire? Nell’anno in cui ci si aspettava la rinascita di El Shaarawy, forse è arrivato un vero Faraone d’Egitto a imporre la sua legge nel campionato italiano.