MP Istantanee presenta… Rui Barros, l’altezza non è un limite

Nel nostro campionato, precisamente nel 1988, fece il suo arrivo un fantasioso giocatore portoghese dalle movenze rapide e letali. Si tratta di Rui Barros, che è stato spesso bistrattato per la sua altezza “mini” (160 centimetri) ma che in realtà ha dimostrato ugualmente le sue qualità.

Primi passi

Nato a Paredes, nei dintorni di Oporto (Portogallo) il 24 novembre 1965, Rui Gil Soares de Barros si forma calcisticamente attorno alla città natale. Veste le maglie di Aliados Lordelo, Rebordosa e Paços Ferreira. Poi ha un primo passaggio nella realtà più importante della zona, il Porto, che rappresenta una delle “grandi” del calcio lusitano con Benfica e Sporting Lisbona. E’ la stagione 1983-84. Rui Barros, che nonostante la bassa statura e certe stroncature della critica va avanti per la sua strada, passa al professionismo.

Assaggi di calcio vero

Nel 1984 si accasa al Covilhã, militante in seconda divisione. Il piccolo Rui comincia a farsi apprezzare come centrocampista di spiccate caratteristiche offensive. Al primo anno il suo score parla di 25 partite e 5 reti, non male. È così che il Varzim, club ambizioso della medesima categoria, lo porta a casa. Rui Barros si inserisce gradualmente e, nonostante le sole 7 apparizioni in campionato – con due gol – contribuisce alla promozione in massima serie dei bianconeri. Il campionato successivo lo vede titolare al debutto nella massima categoria, mettendosi in mostra tra le rivelazioni stagionali ed aiutando il Varzim a raggiungere la settima posizione finale. Nel frattempo, il 29 marzo 1987, il C.T. Rui Seabra lo fa esordire in Nazionale, nel 2-2 contro Malta. L’exploit del piccolo fantasista di Paredes richiama l’attenzione di molti osservatori, sebbene tra loro aleggi un po’ di scetticismo per la ridotta statura del giocatore. Solo pregiudizi. Rui Barros suscita però anche molta simpatia, oltre che ammirazione per le sue doti.

La chiamata

Naturale che, di fronte ai risultati, ci si possa ricredere su un giocatore scartato. Succede anche al Porto, che richiama Rui Barros nel 1987, in un momento molto particolare. Infatti, i biancoblu si sono appena laureati campioni d’Europa. Il fantasista partecipa ai trionfi in campionato, Supercoppa Europea e Coppa Intercontinentale. Il suo notevole impatto gli vale il titolo di Giocatore portoghese 1988. Neanche il tempo di gustarsi il ritorno in grande stile ad Oporto, che è già tempo di rifare le valigie: lo chiama la Juventus.

 

 

 

 

 

In bianconero

Nell’estate 1988 lo acquista il club bianconero, dove curiosamente riveste gli stessi colori della squadra che lo lanciò, il Varzim. E’ il campionato in cui l’Italia riapre al terzo straniero. Rui Barros si unisce al sovietico Zavarov e al danese Laudrup. La prima annata si rivela ottima: il portoghese timbra in Serie A per 12 volte, mettendo in mostra velocità, fantasia e grande concretezza in zona gol. I torinesi chiudono al 4° posto. La stagione successiva non sarà altrettanto positiva, con sole 2 reti realizzate, ma arricchirà la sua bacheca con Coppa UEFA e Coppa Italia. Una nuova avventura è alle porte, in terra francese.

 

 

 

 

 

 

 

Anni francesi

Dopo il Mondiale italiano, a cui non partecipa con il suo Portogallo, Rui Barros indossa la casacca del Monaco. Firma inizialmente per un solo anno, ma rimarrà per ulteriori due. Trionfa subito nella Coppa nazionale e nell’annata seguente perde in finale la Coppa delle Coppe contro il Werder Brema. Nel 1993 si trasferisce ancora, stavolta all’Olympique Marsiglia: in quegli anni l’OM è il sodalizio leader in Francia, ma Rui Barros ha la sfortuna di arrivare al momento del triste epilogo. E’ infatti la stagione dello scandalo Valenciennes che, nonostante il secondo posto finale, fa retrocedere il club in Ligue 2 per sancire la fine di un’epoca.

Ritorno dorato

Arriva il momento di rientrare in patria. Il Porto lo accoglie ancora a braccia aperte, per continuare quel filo di successi durato solo una stagione. Tra il 1994 ed il 2000, anno del ritiro, Rui Barros coglie numerosi trionfi: 5 campionati consecutivi, 2 Coppe e 5 Supercoppe del Portogallo. Ritorna anche a vestire i colori della Nazionale, senza però essere convocato per Euro 1996. Chiude con 36 presenze e 4 reti internazionali.

Forever Porto

Anche dopo aver appeso le scarpe al chiodo, resta legato al club biancoblu in qualità di assistente, ruolo che riveste tuttora. Nel 2006 ha anche guidato la squadra per 3 partite, tra cui la vittoria nella Supercoppa portoghese. Non disdegna neanche di scendere ancora in campo: nel 2014 ha vinto con il Porto in Spagna la Liga de Fútbol Indoor (un campionato over 30 tra ex professionisti) da capocannoniere del torneo con 12 reti.

 

 

 

 

 

 

 

Published by
Fabio Ornano