Melli: “A Parma anticipavamo noi i soldi a Ghirardi. Tesserati 240 giocatori”

E’ un fiume in piena Alessandro Melli. Il team manager del Parma ha detto la sua, in un’intervista rilasciata al “Corriere dello Sport”,  sulla ormai quasi irreversibile situazione finanziaria che sta attraversando il club emiliano. Questi gli stralci principali dell’intervista.

Sui segnali della crisi: “Iniziò tutto qualche anno fa. Ghirardi mi chiese di prestargli centomila euro per pagare un premio che aveva promesso alla squadra. Ci ha messo tre anni a ridarmeli, e senza neanche un grazie. Glieli prestai perché era una persona che mi piaceva. Lo stimavo, mi fidavo di lui. Ghirardi mi disse che il motivo del prestito era la mancanza di liquidità. Al Parma nessuno ha mai detto: non ci sono soldi. Si è sempre parlato di un problema di liquidità. Io nella mia ignoranza non ho mai capito: Ghirardi e Leonardi dicevano di fatturare 70-80 milioni eppure in cassa non c’erano neanche 50 euro per fare benzina al furgone dei magazzinieri. E’ una storia che è cominciata nell’anno di Colomba, il 2011. Ci hanno tolto le carte carburante e dovevamo anticipare noi i soldi per la benzina. Ma farsi rimborsare diventava sempre più complicato. E ad anticipare i soldi erano i dipendenti. Io, il segretario, i magazzinieri, gli osservatori. Chi c’era“.

Su perché nessuno segnalasse tale situazione: “I fornitori all’inizio non volevano perdere un cliente di prestigio. I dipendenti speravano sempre che la difficoltà passasse. Speravamo di uscirne, e portavamo pazienza. Io discutevo, litigavo, ma ottenevo poco o niente. Avrei potuto fare causa, ma Melli che fa causa al Parma non mi piaceva. Poi Ghirardi diceva che c’erano solo problemi di liquidità, ma la società era solida, stabile. In realtà rispettavano soltanto quelli che chiamavano «pagamenti obbligatori», cioè gli stipendi ai tesserati e quelli dei dipendenti a tempo indeterminato, perché hanno dietro sindacati forti. Sbandieravano gli investimenti, il nuovo centro di Collecchio. Il ristorante, con lo chef stellato e 150-200 coperti al giorno, senza una sola entrata. Come poteva durare? E l’anno del Centenario. Leonardi voleva che fosse ricordato come l’anno più bello della storia del Parma, e non ha badato a spese. Un disastro epocale“.

Sull’inizio della crisi: “Ce ne siamo accorti sa Ostuni, il preritiro dell’anno scorso. Vedevo che ogni giorno il Parma comprava sette, otto, dieci giocatori, e quasi tutti di scarso valore tecnico. C’era qualcosa di strano, che non riuscivo a capire. In quel momento ho capito che non c’era via d’uscita. E ho smesso di riconoscere Ghirardi e Leonardi come miei dirigenti. Alla fine contavamo più di 240 tesserati. Bastava fare un po’ di conti. Tutto il mercato si era trasferito a Collecchio, erano tutti a mangiare nel famoso ristorante a spese del Parma, tutti i giorni. Le altre società non facevano così, nessuna. E sai cosa diceva mio nonno? Quando sei da solo, o sei il più furbo o sei il più c…..”

Su Ghirardi e Leonardi:Non vedo Ghirardi da Parma-Lazio, quando ci presentò Giordano. Poi se n’è andato senza neanche salutare i suoi dipendenti, nè i giocatori. Ha dato solo frettolosamente la mano a Lucarelli, poi è sparito, è scappato. Leonardi? Prima era sparito, dicevano che stava male. Poi è tornato con Manenti, ed è sparito di nuovo. Io comunque se fossi nella famiglia Ghirardi mi metterei una mano sul cuore pensando alle centinaia di persone che si sono rovinate, e non sanno come pagare il mutuo, o l’affitto. I calciatori sono il meno, loro si salveranno“.

Sul futuro del Parma e il suo futuro:Per il Parma mi auguro che qualcuno possa saldare il debito sportivo e salvare il titolo in Serie B. Personalmente, vorrei lavorare nel Parma con persone che sappiano seguire poche regole basilari. Rispettare i tifosi, pagare dipendenti, collaboratori, fornitori, giocatori e staff. Rispettare una città che ha classe, eleganza, stile e civiltà. E forse qualcuno se n’è approfittato. E infine rispettare la storia centenaria di questa società. Se fai tutto questo, poi puoi anche sbagliare. Non importa. Sul futuro immediato, credo che non possa sapere nessuno cosa accadrà. E’ successa una cosa talmente unica… Spero soltanto che i creditori possano essere soddisfatti almeno in parte, che si possa salvare il titolo sportivo e che ci possiamo riprendere la dignità che ci hanno tolto. Mi dispiace aver detto quello che ho detto, forse non era neanche il momento giusto. Ma erano due anni che mi tenevo dentro tutto e non ce la facevo più“.