Au Revoir Wenger
Poteva essere uno degli ottavi di finale della Champion’s League più scontati, ma il fascino della competizione è anche questo, il ribaltamento delle gerarchie.
Gli ottavi di finale di questa coppa sono da tempo indigesti per Arsene Wenger tecnico dell’Arsenal che negli ultimi anni è sempre stato eliminato proprio in questa fase. Un girone non troppo complicato, visto il periodo poco invidiabile di Dortmund e Galatasaray poteva permettere ai Gunners di qualificarsi come prima ed evitare qualche big nello scontro diretto del tabellone. A vincere il girone ci hanno pensato i tedeschi, tuttavia il sorteggio sembrava aver sorriso agli inglesi, niente squadroni stavolta, ma i vice campioni di Francia decisamente più abordabili.
Nelle ultime due edizioni i biancorossi, sempre secondi nel girone eliminatorio, avevo purtroppo pescato nell’urna il Bayern Monaco che puntualmente aveva cancellato i sogni europei dei ragazzi di Londra. Come se non bastasse la statistica prima di ieri sera diceva che l’Arsenal vantava 4 sconfitte casalinghe nelle ultime 5 giocate in casa negli ottavi di Champions.
Tuttavia stavolta più che un incubo per il buon Arsene, l’ottavo sembrava una storia romantica, magari a lieto fine. Di fronte il Monaco, squadra allenata dal tecnico prima di sbarcare in Premier, un’avventura quella monegasca che aveva permesso a Wenger di emergere tramite uno scudetto e una coppa di Lega. Dopo una parentesi quindi nella J League giapponese eccolo al team inglese sulla cui panchina siede ormai da 19 anni.
Ieri sera però qualcosa è andato storto. Il Monaco che arrivava a Londra non era la squadra che si è giocata il titolo in Francia lo scorso anno. Ridimensionato dal mercato sembrava lo sparring partner ideale per volare tra le prime otto d’Europa, per rinvigorire una stagione che vede i Cannonieri estromessi dalla lotta per il titolo già da mesi.
La sconfitta dell’Arsenal, il modo in cui è arrivata sono l’ennesima delusione per i tifosi, che ancora una volta hanno fischiato la squadra all’uscita dal campo. Un Arsenal presuntuoso, rilassato che pensava fosse solo una formalità il passaggio del turno, ha dovuto fare i conti con i ragazzi di Jardim che in campo hanno messo voglia, solidità e spirito di sacrificio.
Cosi per il manager francese ora è sulla graticola. Persino qualche socio di maggioranza ha espresso perplessità sul suo operato. Wenger non può essere giudicato male per quello che fa sul campo anche se i risultati non lo aiutano, ma piuttosto per la sua gestione in ambito di mercato. Spendendo più di Chelsea e Manchester City, i Gunners non sono mai veramente riusciti a lottare per il titolo anche negli ultimi anni, denaro speso soprattutto per il reparto offensivo (Sanchez, Welbeck, Ozil) senza investire in difesa che difatti è il tasto dolente di questa squadra.
Il contratto lo lega fino al giugno 2017 al club londinese, ma ci sono forti segnali che questa sia l’ultima stagione alla guida dell’Arsenal per il tecnico definito in estate dal suo nemico Mourinho come “specialista in fallimenti”.