Home » MondoPallone Racconta… Eto’o e gli africani d’annata

Poche settimane fa è sbarcato in Italia, per la seconda volta, Samuel Eto’o. L’attaccante camerunese è solo l’ultimo di un gruppo, quello di calciatori africani non più giovanissimi, che ha popolato la Serie A con alterne fortune.

Roger Mendy (Senegal – Pescara 1992-94)

Libero elegante ma leggermente lento, arrivò in Francia da Dakar solo a 26 anni. Militò tre campionati nel Tolone e visse i momenti migliori al Monaco, con cui perse la finale di Coppa delle Coppe 1992 contro il Werder Brema. Proprio quell’estate si accasò al Pescara, di ritorno in massima serie, a 32 anni compiuti. Arrivò subito la repentina retrocessione in B ed il difensore senegalese, in campo in sole 16 occasioni, decise di rimanere anche in cadetteria, per sommare altri 11 gettoni. Stagionato.

Abedi Ayew “Pelè” (Ghana – Torino 1994-96)

abedi pelè

 

 

 

 

 

 

Il fantasista ghanese giunse nel nostro campionato a quasi 30 anni, portando in dote i successi con l’Olympique Marsiglia – tra cui la Champions League ’93 – e, soprattutto, 3 Palloni d’Oro africani consecutivi. Il primo torneo si fece notare tra i migliori giocatori in assoluto, sciorinando perle di grande classe e 10 reti in campionato. Poi, il secondo anno giocò meno ma contribuì alla retrocessione dei granata, emigrando in Germania al Monaco 1860. Fuoriclasse a metà.

George Weah (Liberia – Milan 1995-2000)

Si era fatto già fatto una solida reputazione di campione con la maglia del Monaco e del Paris Saint-Germain, incantando l’Europa con le sue sgroppate feline e letali. Il gioiello più prezioso del calcio africano. Ed infatti, al Milan non tradì le attese, vincendo lo scudetto al debutto. Ma non solo: si laureò quale primo non europeo a trionfare nel Pallone d’Oro, che proprio nel 1995 aprì le porte anche agli altri continenti. Uno su cui si espresse anche un genio come Carmelo Bene. Fantastico.

François Omam-Biyik (Camerun – Sampdoria 1997-98)

Il centravanti di Sackbayené diventò celebre grazie alla rete di testa che piegò l’Argentina campione in carica a Italia ’90, nella prima gara del torneo. Uno stacco incredibile che sorprese Pumpido. Ha avuto una discreta carriera in Francia, ma senza grandi lampi. Arrivò in Italia dopo una prolifica parentesi in Messico, nella stagione pre-Mondiale ’98. A dicembre i tifosi doriani videro partire Tovalieri e Klinsmann, per accogliere Signori ed Omam-Biyik. Che mise insieme solo 6 presenze, senza gol. Fantasma.

David Nyathi (Sudafrica – Cagliari 1998-2000)

Terzino sinistro titolare del Sudafrica che vinse la storica Coppa d’Africa 1996 e debuttò ai Mondiali nel 1998, era già arrivato in Europa prima di Cagliari. Una sola presenza al Tenerife ed una buona annata in Svizzera al San Gallo. In Sardegna divenne ben presto un oggetto misterioso, calcando il rettangolo verde in sole 6 occasioni e sparendo dai radar del calcio internazionale. Riparò in Turchia. Disperso.

Al-Saadi Muammar Gheddafi (Libia – Perugia 2003-04, Udinese 2005-06, Sampdoria 2006-07)

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E’ risaputo che i suoi interessi gravitavano lontani dal calcio, se non per capriccio. Terzo figlio del dittatore Muammar Gheddafi, arrivò in Italia più per il suo coinvolgimento quale socio azionario della Juventus che per le sue scarse doti pallonare. La tristissima esperienza nel massimo campionato lo vide scendere in campo una volta con il Perugia – con annesso stop di 3 mesi per nandrolone – ed un’altra con l’Udinese: con la Samp neanche scese in campo. Bufala.

Ferdinand Coly (Senegal – Perugia 2003-05, Parma 2005-08)

Difensore di fascia destra, dallo stile poco appariscente ma concreto, si era costruito un’onesta carriera in Francia con le casacche di Chateauroux e Lens. Ma soprattutto era una colonna del Senegal che si spinse ai quarti del Mondiale 2002. Fu sulla spinta di quell’exploit che convinse il Perugia a portarlo in Serie A. In Umbria non demeritò ma visse due retrocessioni, una sul campo ed una d’ufficio. Passò poi al Parma per un ulteriore triennio, da titolare con merito fino al ritiro nel 2008. Affidabile.