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Parma, la Procura chiede il fallimento

La Procura di Parma, attraverso i pubblici ministeri Paola Dal Monte, Giuseppe Amara e Umberto Ausiello, ha chiesto il fallimento del Parma F. C. per inadempienze fiscali ammontanti a 16 milioni 746mila euro, di cui 8 milioni 443mila per redditi di lavoro dipendente e 7 milioni 218mila di Irap.

Il procuratore capo di Parma Antonio Rustico ha confermato a varie testate giornalistiche che è stata presentata un’istanza di fallimento della società calcistica per ingenti debiti erariali: “Risulta una situazione di inadempienza verso l’erario che difficilmente potrebbe essere risolta con una regolare solvibilità. La legge fallimentare prevede in questi casi che possa essere il pubblico ministero ad agire sotto il profilo civile con un’istanza di fallimento. Per noi è un dovere d’ufficio procedere. Il Parma Calcio ha debiti e ritardi nei pagamenti, e presenta uno stato di insolvenza verso le obbligazioni fiscali e previdenziali. La legge prevede la par condicio creditorum quindi non è possibile fare selezioni, e non è detto che ci sia solo la nostra procedura. Il Tribunale ha la possibilità di congelare la situazione, e decidere o meno di decretare il fallimento della società. Qualcuno potrebbe pensare che non agiamo in fretta ma la procedura prefallimentare non è di pubblico dominio, si svolge in camera di consiglio e prevede dei termini. Noi abbiamo sempre seguito la situazione e la stiamo seguendo, per ora con questi accertamenti di tipo civilistico. Eventualmente poi seguiranno procedure penali. Mentre una situazione di credito con i privati dà solo luogo a contenziosi civili, un credito ingente con l’Agenzia delle entrate rientra in fattispecie penalmente rilevanti. Anche gli stessi uffici tributari, in seguito a mancato versamento dell’Iva o altre inadempienze, avviano denunce”.

In mattinata è emerso che all’istanza di fallimento della Procura si aggiunge anche quella un fornitore, che rientrerà nella stessa procedura. Per ora è ignota la sua identità e anche l’ammontare della cifra che dovrebbe riscuotere. L’udienza sarebbe stata fissata per il 19 marzo. Il Parma ha tempo fino a quella data per saldare i debiti erariali per evitare la procedura di fallimento o sanando la situazione entro l’udienza o ristrutturando il debito attraverso gli strumenti previsti dalla legge, come per esempio il concordato, con un piano di rientro approvato dai creditori.