Rieccola, con quelle grandi orecchie…
Oltre due mesi di noia infrasettimanale. Le coppe nazionali (e la Coppa Italia specialmente) non sono bastate a infiammare i cuori di noi che viviamo di calcio, costretti a passare il tempo con qualche film o con una partita a calcetto con gli amici. L’emozione del grande calcio in tv, della birra e dei pop corn, però, è tutta un’altra cosa. Nessuno, anzi, nessuna è come lei. Ne abbiamo sentito la mancanza, si è fatta attendere, ma finalmente è tornata.
Le gelide temperature europee, d’altronde, hanno imposto uno stop necessario e inevitabile per preservare le condizioni di chi scende in campo con le coscette scoperte e le maniche corte. Gli scombussolamenti del calciomercato invernale, inoltre, hanno richiesto tempo per metabolizzare schemi e volti nuovi. Ma il 17 febbraio è arrivato e possiamo tirare un sospiro di sollievo: la coppa dalle “grandi orecchie” è tornata, con il suo fascino, le sue emozioni. È nuovamente tempo di Champions League e stavolta non si scherza: chi sbaglia va a casa. E niente birra, né tantomeno pop corn.
Ci eravamo lasciati al 15 dicembre scorso, giorno di sorteggi. Bussolotti impazziti che avevano dato vita ad accoppiamenti bizzarri e inediti come Basilea-Porto, a rivincite di finali passate come Juventus-Borussia Dortmund e a remake della scorsa edizione come Schalke-Real Madrid, Manchester City-Barcellona o Psg-Chelsea. Insomma, lo spazio e il tempo per aggiustare, migliorare, sognare.
In realtà, la consegna delle liste Champions a inizio febbraio non ha messo in luce grandi sconvolgimenti. Molte squadre hanno confermato la rosa della fase a gironi, come il Paris Saint-Germain, lo Shakthar Donetsk o il Barça, che ha il mercato bloccato per tutto il 2015. Altre società, invece, si sono date da fare, eccome. È il caso del Manchester City, che per far spazio al colpo di gennaio Wilfried Bony, all’esordio in Champions dopo una grande Europa League giocata l’anno scorso con lo Swansea, ha “dovuto” tagliare Stefan Jovetić, con conseguenti strascichi polemici, che di certo non giovano all’ambiente alla vigilia della delicatissima gara contro i blaugrana.
Non solo Bony. I mercoledì (e i martedì) di coppa avranno un nuovo protagonista con la maglia dei Blues di Mourinho, quel Cuadrado che noi italiani conosciamo bene e che non vediamo l’ora di vedere sulla trequarti della corazzata londinese, in mezzo a campioni come Hazard, Oscar e Willian. Un bentornato, invece, a gente che la Champions la frequenta da sempre, come Fernando Torres, rientrato a casa all’Atlético dopo gli anni inglesi e la parentesi incolore al Milan, o Oliver Giroud, volto vecchio all’Arsenal, ma nuovo in questa edizione del torneo, visto che ha dovuto saltare la fase a gironi per una frattura alla gamba.
Gente che viene, gente che va. Perché, oltre a Jovetić, salutano la Champions 2014/15 Podolski, Shaqiri, Cerci, Schürrle, Cristian Rodríguez, Adrián López e Sebastian Giovinco. Matija Nastasić, invece, esce dalla lista del City ed entra in quella dello Schalke 04. Domani se la vedrà contro Cristiano Ronaldo e compagnia. Dev’essere uno a cui piacciono le sfide impossibili.
Si ricomincia stasera, dunque, con Psg-Chelsea e Shakthar-Bayern. Sfida ad alta tensione la prima, con gli uomini di Mourinho leggermente in vantaggio nei pronostici della vigilia, ma Blanc può sempre contare su Ibra, Cavani, Lavezzi e Pastore, campioni capaci di tutto e smaniosi di vendicare il k.o. ai quarti dello scorso anno, che sa di beffa e che brucia ancora. Lo Shakthar, invece, ha ben poche speranze: il Bayern sabato ne ha rifilati otto (8!) all’Amburgo e mette paura a una squadra, quella ucraina, reduce da una lunga pausa invernale.
Domani in campo i campioni in carica del Real Madrid, fortunati nel sorteggio, perché lo Schalke non è avversario impossibile, tutt’altro. Appena un anno fa, CR7 e compagnia ne fecero nove ai tedeschi, allora allenati da Jens Keller, oggi dal nostro Roberto Di Matteo. Contro Ancelotti sarà una sfida tutta italiana, almeno in panchina. Basilea-Porto completa il quadro della settimana: lusitani favoriti, se non altro perché schierano in attacco gente del calibro di Brahimi, Tello, Aboubakar e Jakson Martínez, ma non possono permettersi di sottovalutare una squadra che nei gironi si è permessa il lusso di buttare fuori il Liverpool.
Il programma degli ottavi, poi, riprenderà martedì 24 con City-Barça, altra sfida ad alta tensione, e Juventus-Borussia Dortmund. Il giorno dopo, saranno di scena l’Atlético Madrid, contro il Bayer Leverkusen, e l’Arsenal, contro i francesi del Monaco.
A proposito di Juventus, la squadra di Allegri è l’unica italiana impegnata a mantenere alto l’onore nazionale. Una Juve che in Italia si permette di passeggiare, complice una Roma incapace di approfittarne, ma in Coppa è attesa all’ennesima prova di maturità. La dirigenza praticamente non è intervenuta sul mercato (De Ceglie, Sturaro e Matri sono perlopiù rincalzi) perché è vero che non era necessario spendere per vincere in Italia, ma poteva esserlo per andare avanti in Champions. Contro ci sarà il Borussia, un avversario tutto sommato alla portata, lontano parente rispetto a quello di due anni fa e reduce da un periodaccio in Bundesliga. Fra i gialloneri, però, c’è uno spauracchio, nonché vecchia conoscenza per la Signora: Ciro Immobile. Uno su cui i bianconeri (e non solo) non hanno voluto puntare e che ora mette paura.
L’attesa è finita. Da stasera i riflettori sono tutti per lei, che splende di luce propria e se la ride, con le sue “grandi orecchie”, al pensiero che tutti questi uomini lotteranno per averla e per alzarla al cielo nella notte di Berlino del 6 giugno. Lo spettacolo della Champions è tornato: buon divertimento.