Nel 1996 si spegneva a soli 38 anni Giuliano Giuliani. Portiere di Serie A, che visse gli anni migliori nella seconda metà degli anni 80, fu il numero 1 del secondo scudetto del Napoli. Un bravo professionista, un cosiddetto “Eroe della Domenica”, che però fu emarginato dall’ambiente a causa della malattia che lo portò alla prematura scomparsa.
Gli inizi
Nato a Roma il 29 settembre 1958, Giuliano Giuliani si formò calcisticamente nel settore giovanile dell’Arezzo, nel ruolo di portiere. Debutta in prima squadra nel campionato 1976-77 e disputa complessivamente in Toscana 4 campionati: i primi due in Serie C ed altri due nella neonata Serie C1. Giuliani non è un guardiano appariscente, ma è molto efficace ed attento. Possiede un ottimo senso del piazzamento e sa trasmettere sicurezza ai compagni. La terza categoria sta stretta ad un giocatore emergente come lui. Diventa naturale il salto di qualità, ed infatti approda al Como neopromosso nella Serie A 1980-81.
Serie A
La squadra lariana ritorna in massima categoria dopo 4 anni ed il tecnico Giuseppe Marchioro gli affida subito il ruolo di secondo di William Vecchi. Giuliani fa così esperienza e si fa trovare pronto al momento di diventare titolare. In Lombardia disputa in tutto due campionati di A e tre di B. Nel 1985, quando è entrato stabilmente tra i portieri nostrani più quotati, viene scelto dal Verona Campione d’Italia per sostituire Garella, trasferitosi al Napoli. In Veneto rimane per tre tornei e raggiunge – seppur da secondo di Tacconi – la convocazione per le Olimpiadi 1988. Proprio Tacconi, unitamente a Zenga e Pagliuca, verranno sempre preferiti dal C.T. Vicini a Giuliani ed altri colleghi nelle scelte azzurre.
Gloria effimera
Dopo i Giochi Olimpici il portiere romano completa il trasferimento che si rivelerà il più importante della carriera, passando al Napoli. Chiuderà a chiave la porta partenopea per conquistare una Coppa UEFA ed il tricolore numero due della storia azzurra. Giuliano Giuliani è uno dei protagonisti di quella squadra, sebbene debba cedere gli onori e le copertine a compagni più celebri. Ma nonostante il suo contributo, finisce la sua era a Napoli. Unitamente alla partenza, la sensazione di una retrocessione con il passaggio all’Udinese: in fondo, in quel momento era Campione d’Italia in carica.
Discesa e malattia
Con la maglia bianconera Giuliani disputa le ultime tre stagioni della carriera, chiudendo nel 1993 all’età di 35 anni. La discesa agonistica che lo aveva accompagnato in tempi recenti, a causa anche di un infortunio, lo trascina in un’inferno privato: Giuliano è gravemente malato. Poco dopo l’arrivo a Udine si separa dalla moglie Raffaella – conosciuta nel 1987 e con cui ha concepito la figlia Gessica – a cui il calciatore confessa un tradimento e, soprattutto, l’AIDS. Sono gli ultimi anni di un uomo che la malattia spegne rapidamente, tra l’indifferenza di un mondo, quello calcistico, che lo dimentica presto forse per paura ed ignoranza umana. Addirittura Giuliani deve subìre un arresto per droga, da cui verrà completamente riabilitato senza aver avuto colpe. Proprio Raffaella Del Rosario, alcuni anni dopo la scomparsa del marito, renderà ufficiale la causa della sua morte spazzando via insinuazioni ed illazioni in un’intervista del quotidiano Libero. Giuliano Giuliani si spegne a Bologna il 14 novembre 1996 a soli 38 anni.