In quest’ultimo mese vi abbiamo raccontato quanto visto sui campi uruguaiani di Colonia, Maldonando e Montevideo in questo Sudamericano Sub-20. Negli scorsi giorni vi abbiamo parlato del trionfo dell’Argentina e della storia di Ángel Correa, oggi invece andremo a presentare i migliori talenti nati dal 1995 in poi osservati durante questa importante e prestigiosa competizione.
Partiamo dalla squadra campione, ovvero l’Argentina. La squadra allenata da Grondona ha perso solo una partita (la seconda del girone iniziale contro il Paraguay) e ha dimostrato di avere qualcosa in più delle altre in termini di qualità e carattere. Non dimentichiamoci infatti delle due fondamentali partite risolte negli ultimi minuti dall’Albiceleste nell’esagonale finale: il pareggio acciuffato all’88’ con la forza della disperazione contro la Colombia e la vittoria maturata negli ultimi tre minuti contro il Brasile.
Detto di Correa nell’articolo dedicato esclusivamente a lui, l’attacco argentino è stato trascinato da un protagonista assoluto: Giovanni Simeone. Il figlio del Cholo è finito sul tabellino dei marcatori in nove occasioni, realizzando ben quattro doppiette: tre nel girone iniziale contro Ecuador, Perù e Bolivia e una contro il Paraguay nell’esagonale finale. Quello che ha sorpreso dell’attaccante del River Plate è stata la freddezza sotto porta da centravanti navigato. In un gioco in cui tanti erano i compagni ad avere piedi educati, lui è stato il terminale perfetto per ricevere i palloni giusti e trasformarli in oro. Ora Simeone dovrà cercare di ritagliarsi i suoi spazi nel River Plate (cosa non facile considerando la concorrenza), me il suo futuro neanche troppo lontano potrebbe essere in Europa, e chissà che non sia proprio nell’Atlético Madrid con cui sta facendo cose straordinarie suo padre.
A centrocampo hanno impressionato la spinta sulla fascia di Leonardo Rolón e la precisione di Tomás Martínez. Il laterale del Vélez è stato decisivo soprattuto nella seconda parte del torneo e trovare continuità da titolare nel Fortín potrà sicuramente farlo migliorare ancora. Per quanto riguarda il numero 10 della Nazionale di Grondona siamo invece pronti a scommettere che nel giro di massimo due anni se lo accaparrerà qualche grande europea. Non è cosa comune infatti trovare così tanta qualità nei piedi di un centrocampista (può giocare sia più avanti quasi da trequartista che più indietro) e Martínez oltre a un’ottima tecnica ha anche dimostrato una buona continuità durante tutto il torneo mettendo spesso i suoi compagni davanti alla porta con lanci geniali.
Proseguiamo con altri due giocatori di proprietà del River Plate: Mammana e Batalla. Il primo è stato tra i migliori difensori, se non il migliore, di tutto questo Sudamericano e ha dato compattezza e stabilità a un reparto che ha concesso molto meno di quanto ci si aspettasse. Il secondo si è invece messo in mostra tra i pali compiendo molteplici parate decisive soprattutto nella partita contro la Colombia, che probabilmente sarebbe stata persa dall’Argentina senza di lui. Per questo gli si può perdonare l’errore in occasione del gol subito nell’ultima partita contro l’Uruguay, peraltro rimediato successivamente con alcuni interventi notevoli e non è un caso che lo stia comprando il Real Madrid per circa dieci milioni di euro.
Proprio l’Uruguay, passato da primo a terzo nelle ultime due partite, è la seconda squadra che andiamo a osservare. Partiamo dal giocatore appena comprato dal Villareal (ottimo colpo di una squadra sempre abile a trovar i talenti migliori del Sudamerica): Franco Acosta. Il velocissimo attaccante della Celeste ha retto praticamente il reparto da solo (Báez non si è rivelato all’altezza e ha finito col rimanere spesso in panchina) sfruttando ogni opportunità per gonfiare la rete, anche per merito del talento dei due giocatori che agivano alle sue spalle. Stiamo parlando di Amaral e Pereiro, gioielli del Nacional di Montevideo. Del primo (classe 1997, il più giovane giocatore della squadra uruguaiana), premiato come giocatore rivelazione del torneo, abbiamo già parlato ampiamente qui; mentre per quanto riguarda Pereiro si può dire che possa giocare sia trequartista che seconda punta e che oltre a essere un uomo assist è molto bravo a inserirsi negli spazi, come dimostrato in occasione della rete del momentaneo 1-0 contro l’Argentina; piccolo problema: il presidente del Nacional per lui e Amaral chiede già almeno 15 milioni di euro.
Chiudiamo anche in questo caso con un portiere, non uno qualunque ma quello premiato come migliore della manifestazione: Guruceaga. Tanta sicurezza e due partite straordinarie che hanno mantenuto inviolata la porta della squadra di Coito contro Brasile e Colombia hanno attirato gli occhi di molti osservatori su questo ragazzo di cui però il Peñarol non si priverà per una cifra bassa.
Arrivata in Uruguay quasi di soppiatto, in molti non pensavano che la Colombia potesse ripetere neanche in parte quanto fatto due anni fa con una generazione di fenomeni che vinse il titolo giocando un calcio fantastico. Ebbene la squadra di Restrepo ha stupito tutti e, dopo un girone iniziale superato con qualche difficoltà, ha fatto un capolavoro chiudendo l’esagonale finale imbattuto e al secondo posto guadagnandosi il pass per i Mondiali e lo spareggio contro una squadra della CONCACAF per un posto alle Olimpiadi di Rio de Janeiro.
Tre i nomi che ci sentiamo di fare per quanto riguarda i cafeteros, e fa piacere sapere che uno di questi lo vedremo presto in Italia. Il primo è anche il migliore: Jeison Lucumí, esterno offensivo d’attacco dell’America de Cali, secondo noi un giocatore da prendere immediatamente perché potenzialmente potrebbe diventare il nuovo Cuadrado. Rapidità e tecnica accomunano infatti Lucumí all’ex giocatore della Fiorentina e strapparlo ora alla squadra colombiana potrebbe non richiedere un grande sforzo economico. Stesso discorso per Jarlan Barrera, che milita nello Junior de Barranquilla ed è stato il protagonista assoluto del 3-0 con cui la Colombia ha spazzato via il Brasile nell’ultima partita del torneo. Partito come riserva, questo trequartista si è saputo ritagliare spazi sempre più importanti fino a diventare titolare inamovibile. Non è ancora pronto per il grande salto, ma ha enormi margini di miglioramento. Il terzo nome è Andres Tello, diciottenne dell’Envigado che si trasferirà alla Juventus in prestito con diritto di riscatto. Questo terzino, che può giocare però anche esterno a centrocampo, aveva già impressionato gli osservatori della squadra campione d’Italia nello scorso Torneo di Viareggio con le sue giocate. Già sedici presenze per lui in prima squadra con l’Envigado e ora un futuro a tinte bianconere.
Il Brasile è stata la grande delusione del torneo, insieme al Cile non qualificatosi per l’esagonale finale. Il quarto posto e i Mondiali conquistato solo grazie alla pochezza nel finale di Paraguay e Perù sono un risultato pessimo per la squadra di Gallo, che aveva come obiettivo la vittoria o comunque uno dei primi due posti. Per loro fortuna i verdeoro organizzeranno le prossime Olimpiadi e quindi la Seleção sarà qualificata di diritto. Tra le note positive ci sono sicuramente il 17enne Gerson della Fluminense, per cui si stanno già muovendo tutte le più grandi squadre europee, il capocannoniere Guilherme (non si capisce perché sia partito più di una volta dalla panchina) e Kenedy, altro talento della Flu e autore di alcuni gol molto belli. Molto male invece tutta la difesa verdeoro (fondo toccato nel 3-0 incassato dalla Colombia) e rimandato anche il tanto chiacchierato Gabriel: sicuramente per quanto fatto vedere in questo torneo non lo si può ancora etichettare come erede di Neymar.
Terminiamo la nostra analisi con le ultime due squadre classificate dell’esagonale finale: Perù e Paraguay hanno chiuso malamente il torneo, racimolando rispettivamente uno e tre punti, ma va anche detto che soprattuto per il Perù già arrivare alla fase finale è stato un ottimo risultato. Negli andini è brillata la stella di Alexander Succar, attaccante dello Sporting Cristal che con i suoi tre gol, tra cui spicca la decisiva doppietta nello scontro diretto per passare il turno contro l’Ecuador, ha trascinato il Perù a un insperato secondo turno. Per quanto riguarda il Paraguay invece scommettiamo su Sergio Díaz: 16 anni e già 20 presenze e 8 reti con la maglia del Cerro Porteño, nella cui prima squadra aha debuttato a soli 15 anni. Stiamo parlando di un potenziale fenomeno che in patria viene paragonato ad Agüero per forza, tecnica e senso del gol, ma ovviamente a questa età è bene essere molto cauti con le parole. Intanto però sia il Liverpool che il Manchester United lo stanno seguendo molto attentamente e lui, per tenere fede alla sua fama di giovane goleador, ha realizzato contro Bolivia e Paraguay i suoi due gol del torneo diventando il più giovane ad aver segnato in questo Sudamericano Sub-20.
Questa è quindi la rassegna dei giocatori che potranno avere un futuro brillante se confermeranno e miglioreranno quando fatto vedere in questo mese di partite. La speranza è quella di poterne vederne qualcuno in Italia e di non doverli per forza ammirare in qualche più ricco campionato straniero.