Milan: dove una volta lo stile era di casa

Non c’è che dire: la sconfitta patita allo Juventus Stadium ha fatto male, ha tracciato un bel solco nell’animo del Milan.
Un solco talmente profondo che gli stessi rossoneri oggi sembrano irriconoscibili rispetto alla squadra, alla società e ai tifosi che erano qualche anno fa.

Una caduta di stile totale, sotto ogni punto di vista. A partire dal gioco, passato da Sacchi e Ancelotti e finito con l’ultimo Allegri e questo inconsistente Inzaghi; passando ai giocatori, dai vari Baresi, Maldini, Gullit, van Basten, Rui Costa, Nesta, Shevchenko ai questi De Sciglio, Essien, Muntari, El Shaarawy, Cerci e Montolivo; arrivando alla società, forte, unita, padrona fino a pochi anni fa, spaccata, arruffona e allarmante oggi.

Su Inzaghi e i suoi giocatori si è parlato e detto abbastanza, anche su queste pagine. Oggettivamente sono finite le parole per descrivere la povertà di idee, gioco e filosofia di Pippo e la sua armata. Ma la società, forse, ieri ha toccato il suo punto più basso: tramite un tweet del profilo ufficiale e un comunicato stampa sul sito, il Milan ha, nel giro di un’ora, pubblicato questi due scempi, perché non ci sono altre parole per descriverli:

Ora, fermo restando che non si sta discutendo del fuorigioco in sé o della proprietà delle immagini dello Juventus Stadium, un qualsiasi tifoso di calcio — a prescindere dalla fede — guardando questi due comunicati resterebbe allibito: possibile che sia proprio il Milan a fare una cosa del genere? Quel Milan? La risposta è: no, non QUEL Milan; bensì QUESTO Milan, quello che ormai è diventato.

Polemiche sterili e inutili fatte solo a episodio controverso subito.
Per chiarirci, la storia della proprietà delle immagini trasmesse dallo Juventus Stadium è nata da agosto 2011, non da sabato sera. Ma ci si scandalizza solo adesso. Come se poi, a volerla dire davvero tutta, quel fuorigioco fischiato avrebbe cambiato le sorti di una partita dal risultato inevitabile.
Anziché andare a guardare la prospettiva e il parallelismo tra le rette disegnate da Sky, Galliani e soci dovrebbero guardare al fatto che nelle ultime ventidue partite la fascia di capitano è stata indossata da sette (non uno o due, sette) uomini diversi, che la qualità media del centrocampo rossonero è da zona retrocessione, che l’età media della squadra è tra le più alte d’Italia, che il capitano ufficiale è uno che probabilmente non potrebbe fare il capitano nemmeno nei Giovanissimi e che lo staff tecnico manca di una filosofia e di un’idea di gioco valide e consoni allo stile del Milan che fu.

Caro Galliani, questo Milan è in linea con quello che avevate costruito negli ultimi trenta anni? Rispecchia per gioco, filosofia, stile e tecnica i colori rossoneri? Per noi no.

Published by
Francesco Mariani