Novak Djokovic vince il suo quinto Australian Open staccando Federer, Agassi, Rosewall e Crawford e portandosi a un solo titolo di distanza da Roy Emerson, che detiene il record di trofei sollevati a Melbourne. Il serbo, che non ha mai perso in finale agli Australian Open, ha battuto per la terza volta Andy Murray nell’ultimo atto del torneo: 7-6, 6-7, 6-3, 6-0 il punteggio con cui Djokovic ha conquistato il suo ottavo titolo del Grande Slam. Passiamo ora alla cronaca della partita.
Pronti via e subito Murray ha tre palle break consecutive nel terzo gioco: sullo 0-40 però Djokovic gioca due bellissime volée di rovescio vincenti prima che lo scozzese sbagli la risposta sull’ultima opportunità per vincere il game. Il serbo si salva dalla prima situazione complicata e la situazione analoga si presenta subito dopo a parti invertite, con Djokovic che si porta sul 40-0 grazie a un efficace e preciso dritto lungolinea. La seconda palla break è quella buona e il numero uno del Mondo sfrutta l’occasione a differenza del suo avversario portandosi sul 3-1. Murray non riesce a trasformare altre due palle break nel settimo gioco, ma alla sesta occasione riesce finalmente a strappare il servizio a Djokovic, che mette in rete un rovescio lungolinea, e a recuperare così il break di svantaggio.
L’equilibrio dura però pochissimo perché lo scozzese perde nuovamente il servizio, ma i colpi di scena non sono finiti in questo primo set: Djokovic infatti non sfrutta la possibilità di servire per il set cedendo la battuta a 15. Dopo due break a testa, gli ultimi due turni di servizio vanno via veloci e si decide tutto così al tie-break. Qua gli errori si prendono la scena, con Murray che va avanti 2-0 grazie a un doppio fallo del serbo, ma cede il mini-break di vantaggio commettendo anche lui un doppio errore con la battuta sul 4-2. Sul 5-5 alla testa di serie numero sei trema il braccio su una facile volée di dritto che finisce lunga; Djokovic ha così un set point sul suo servizio e lo trasforma grazie a una risposta di rovescio in rete dello scozzese.
All’inizio del secondo set però, Djokovic accusa un dolore alla caviglia e cede la battuta a 15 con molti errori dovuti anche probabilmente a un’evidente difficoltà fisica del numero uno del Mondo. Ancora una volta però chi va in vantaggio non riesce a confermare quanto ottenuto prima e infatti Murray gioca un brutto game permettendo al serbo di rientrare subito nel set. L’episodio cambia completamente la partita dal punto di vista psicologico: Djokovic sembra aver smaltito il dolore e strappa a zero il servizio a Murray ottenendo il secondo break consecutivo e portandosi sul 3-2; continuano i problemi per lui nel fare punti con la seconda di servizio.
Nel settimo game il finalista delle edizioni 2010, 2011 e 2013 interrompe una striscia negativa di tredici punti persi di fila, ma l’andamento del set sembra essere tutta per Djokovic. Ancora una volta però in questa finale gioca molto meglio chi è sotto nel punteggio e la cosa viene confermata nuovamente quando Murray trasforma la palla break concessagli dal serbo per rialzarsi e rimettere in parità il set. Lo scozzese alza il ritmo e conquistando quattro punti di fila si conquista un set point, ma lo spreca malamente mettendo un comodo rovescio in rete. Djokovic, autore di una brutta volée e un altrettanto brutto dritto in precedenza, si salva anche grazie a un altro errore di Murray e nel game successivo sfrutta al meglio le insistenti difficoltà di Murray con la seconda di sevizio giocando anche un dritto lungolinea in corsa da applausi per conquistarsi una palla break: lo scozzese riesce a tenere duro e annulla sia questa che quella successiva.
E anche in questo set c’è “bisogno” del tie-break: come in precedenza è Murray a portarsi subito in vantaggio di un mini-break andando sul 4-2 esattamente come nel primo set. Questa volta però lo scozzese incrementa il suo bottino involandosi sul 6-2 e chiudendo 7-4: un set pari dopo poco più di due ore e mezza di gioco; Murray non ha sbagliato più niente mentre Djokovic è apparso un po’ stanco e remissivo negli ultimi punti.
Momento straordinario ora per Murray, che lavora ai fianchi il suo avversario giocando quasi alla perfezione e ottiene subito il break in apertura in quello che potrebbe essere un momento decisivo di questa finale. Djokovic però dimostra perché è il numero uno del Mondo e risorge dagli inferi strappando la battuta al suo avversario e tenendo poi il turno di servizio successivo infilando così tre game consecutivi. Il serbo sente che può essere la svolta della partita e con un ritrovato gioco di gambe si conquista tre palle break: la seconda è quella buona perché Murray commette un sanguinoso doppio fallo mandando a servire per il set Djokovic, che non perdona e chiude 6-3 andando avanti due set a uno. Mentalmente potrebbe essere una batosta definitiva per Murray aver perso questo set.
Quanto detto si avvera subito, infatti il campione di due anni fa tira uno spaventoso dritto incrociato sulla riga di fondo procurandosi una palla break. Murray affossa un dritto in rete e perde così subito il servizio in questo quarto set, confermandosi in netta discesa da metà del set precedente. Nel terzo game arriva la sentenza sulla partita: Djokovic strappa per la seconda volta di fila la battuta allo scozzese in questo set con una risposta vincente su una debole seconda di servizio. Per Murray, uscito ormai dal campo e crollato totalmente dal punto di vista mentale, non c’è più niente da fare e l’eclatante 6-0 con cui si chiude la partita porta a quella che per lui è la terza sconfitta in finale contro Djokovic agli Australian Open (la quarta in generale nella sua carriera in uno Slam che sembra a quanto punto fregato per lo scozzese) e la seconda consecutiva in un torneo del Grande Slam contro il serbo dopo quella subita nei quarti di finale degli US Open 2014.
Tabellone e risultati Australian Open maschili
Tabellone e risultati Australian open femminili