San Paolo, il punto sui lavori di ristrutturazione

Sono fiducioso che quest’anno si chiuderà l’accordo per la ristrutturazione dello stadio San Paolo e che si possa partire coi lavori già questa estate. Si andrà a blocchi per non interrompere l’attività sportiva del Napoli e consentirgli di continuare a giocare lì. È falso dire che non abbiamo buoni rapporti, non abbiamo litigato. Si deve trovare una quadra nell’accordo per lo stadio. Lui deve investire e noi l’abbiamo messo nelle condizioni di farlo’”. Con queste parole il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris al programma di Rai Radio2 Un Giorno da Pecora a metà Gennaio aveva fatto il punto sui lavori allo stadio.

Lavori che sono stati in questi giorni al centro di un vertice tra il Comune ed il Napoli e che hanno cominciato a portare qualche data certa: entro il 30 maggio (ultimo giorno utile) sarà presentato il piano e la ristrutturazione del San Paolo dovrebbe cominciare in estate. Inoltre, dovrebbe durare 5 anni e dovrebbe svolgersi in due fasi per permettere al Napoli di continuare a giocare nel suo stadio.

I primi interventi urgenti dovrebbero riguardare la messa a norma dell’impianto secondo le prescrizioni UEFA e il rifacimento della Curva A, di cui alcune parti sono al momento inagibili. Dovrebbe rimanere la pista di atletica (anche se DeLa è contrario a quest’idea), saranno rifatti i sediolini e saranno aggiunte delle aree marketing dentro lo stadio e un impianto di illuminazione esterno, sulla falsariga di altri impianti europei.

Rimangono però ancora due nodi da sciogliere: la gestione dello stadio e i fondi per questi lavori.

Riguardo al primo, dopo tanti no è finalmente arrivata un’apertura nei confronti del sindaco riguardo l’uso del San Paolo per gli eventi mondani come i concerti, a patto che gli investimenti per gli spettacoli al San Paolo possano portare a nuove risorse per lo stadio (e di conseguenza per il Napoli) e che il manto erboso non venga rovinato, come tra l’altro accade per esempio in stadi come il Meazza e l’Olimpico che ospitano molti più concerti del loro omologo partenopeo, dato che il terreno è di gestione esclusiva del Napoli, oneri e onori.

Riguardo al secondo, la convenzione tra Comune e Napoli Calcio riguardo lo studio di fattibilità manca di un punto importante: gli investitori. De Laurentis si aspetta che il Comune, dopo il no del Consiglio a cedergli lo stadio, metta sul piatto della bilancia una quota per i lavori, dato che non vuole spendere tutto di tasca propria, ma dall’altro lato il Municipio si augura che la società faccia il grosso dell’investimento considerato il ritorno soprattutto per la squadra campana. Non è da escludere che possa intervenire uno sponsor esterno che possa alleviare il peso economico dei lavori, cosa che non incontrerebbe un veto da parte del Comune.

Il problema sono le tante chiacchiere e le poche cose fatte finora: si corre il rischio che il prezzo più alto, tra De Laurentis e Comune, lo paghino alla fine i tifosi.