Durante il torneo hanno rischiato, alternando comode affermazioni a vittorie sofferte, ma dai quarti in poi non hanno lasciato che qualche briciola alle loro avversarie: Serena Williams e Maria Sharapova, le prime due teste di serie del tabellone, monopolizzano le due semifinali e si sfideranno per l’assegnazione del primo Slam stagionale nella più classica delle finali. Per Serena è la sesta qui a Melbourne, dopo cinque giocate e vinte (nel 2007 proprio contro Sharapova), mentre la russa in Australia ne ha giocate tre perdendone due. L’ultima sfida tra le due la scorsa stagione, a Miami, con vittoria della Williams in due set.
1 S. Williams-Keys 7-6(5), 6-2
Cede con l’onore delle armi Madison Keys, la diciannovenne americana che ha acceso su di sé i riflettori dopo aver raggiunto a sorpresa la prima semifinale Slam in carriera. Difficile battere Serena quando è a un passo da traguardi così importanti: la Williams ha così vendicato la sconfitta della sorella Venus ai quarti di finale.
Parte bene la Keys, che conquista subito un break di vantaggio e si porta sul 3-2 e servizio. Qui Serena sfrutta una delle rare disattenzioni della sua avversaria e pratica un contro-break chirurgico. Adesso l’incontro è equilibrato e i servizi la fanno da padrone: la Keys non si scompone e continua a martellare con prime molto corpose, Serena risponde senza concedere nulla a sua volta e il risultato inevitabile è il tie-break. C’è equilibrio anche negli scambi da fondocampo, fase del gioco che di solito finisce per favorire lo strapotere fisico della Williams: la giovane avversaria spinge appena può, ben consapevole dei rischi di lasciare l’iniziativa a Serena, e dimostra anche una discreta attitudine al gioco di rete.
Il tie-break però è un manuale di cinismo firmato Serena Williams: un solo mini-break e set in cascina. Keys al cambio campo appare molto contrariata, mentre Serena è la solita imperturbabile statua di sale.
Come nel secondo set contro Venus, arriva infatti il calo di tensione della diciannovenne: la Williams conquista il break e continua a giocare una partita accorta, evitando di sprecare energie su alcune ottime esecuzioni della sua avversaria e limitandosi a contenere i suoi attacchi con una grande solidità a servizio. La Keys non vede spiragli per la rimonta e molla la presa: cede ancora il servizio e lascia scappare Serena sul 4-1. Sul 5-2 trova un ultimo afflato d’orgoglio e annulla 8 match point prima di capitolare.
È ancora presto per il passaggio di consegne, ma questo match testimonia che il futuro è sicuramente dalla parte di Madison Keys.
2 Sharapova-10 Makarova 6-3, 6-2
Poca battaglia, poca Makarova, poco spettacolo: è questa la sintesa della semifinale tutta russa che ha visto la facile affermazione di Maria Sharapova. La siberiana è ben registrata soprattutto in risposta, e non patisce il servizio mancino della sua avversaria: con le sue lunghe leve si arrampica con disinvoltura anche sui kick esterni e prende il comando di ogni scambio. La superiorità è evidente in ogni comparto del gioco: Maria è sicura a servizio e precisa con il rovescio, colpo che la Makarova prova a sollecitare senza successo per sfruttare la diagonale del suo diritto. La Sharapova viaggia spedita e il set si chiude sul 6-3.
Secondo parziale non diverso nell’andamento: i turni di servizio della Makarova sono per lei un calvario, e Sharapova continua a imperversare in risposta non permettendole di prodursi nelle sue consuete geometrie. Sul 4-0 il pubblico prova a sostenere Ekaterina, che riesce a portare a casa il game della bandiera dimostrando però di non credere nella rimonta. La Sharapova prova a ravvivare l’incontro con due doppi falli, ma nonostanto il 15-40 l’avversaria non da segni di vita: arriva il 6-2 che pone fine all’agonia della Makarova e spedisce Maria in finale.
Verso la finale
Cosa aspettarci ora da questa sfida? È bene ricordare che la storia di questa rivalità è in realtà povera di scontri equilibrati: la clamorosa vittoria di una diciassettenne Sharapova in finale a Wimbledon 2004 lasciava presupporre l’inizio di una serie di grandi sfide, ma da quel momento in poi la russa è riuscita a battere Serena soltanto in un’altra occasione, e sempre nell’ormai lontano 2004. Poi sono arrivate quindici affermazioni consecutive dell’americana con soli tre set ceduti e due tie-break disputati, a testimonianza di un divario fisico e tecnico ben evidente.
Serena probabilmente non ha la mobilità di un tempo e non è nella migliore condizione possibile, ma possiede sempre un’infinita gamma di soluzioni e grande esperienza: l’unica speranza per Maria Sharapova è quella di costringerla alla fase difensiva, e per farlo dovrà riuscire a prevalere nei colpo di inizio scambio. Ma soprattutto, dovrà convincersi di poter battere un’avversaria nei confronti della quale sembra ormai aver sviluppato un complesso d’inferiorità.
Tabellone e risultati Australian Open maschili
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