Quando una partita vale una carriera, la vittoria di Andreas Seppi contro Roger Federer
Ci sono momenti che un tennista ricorderà per sempre nella sua carriera. Per Andreas Seppi il più bello sarà quello vissuto ieri a Melbourne a un mese dal compiere trentun anni. L’altoatesino è sempre stato un giocatore lineare, dotato di una buona solidità, ma ritenuto incapace di avere i colpi definitivi necessari per batter un campione in una dei quattro tornei più importanti dell’anno. Seppi ha deciso di smentire tutti prendendosi la sua rivincita, facendo vedere che mettendo in campo profondità su ogni scambio ed essendo praticamente perfetto col dritto poteva mettere in difficoltà anche un campione come Federer e diventando così il primo italiano ad aver battuto sia lo svizzero che Nadal (a Rotterdam nel 2011).
Oltre ai colpi, non è assolutamente da sottovalutare la prova di Seppi dal punti di vista fisico e mentale: quanti altri giocatori intorno alla sua classifica sarebbero infatti riusciti a vincere due tie-break nella stessa partita contro Federer? Probabilmente nessuno, ed è stato proprio qua che il tennista di Caldaro ha mostrato tutta la sua solidità psicologica, non crollando anche quando si trovava in svantaggio nel tie-break del quarto set e continuando a fare il suo gioco. Già l’ottimo Bolelli di questo inizio di 2015 aveva fatto vedere che Federer poteva andare in difficoltà quest’anno a Melbourne, ma poi le energie del bolognese erano esaurite impedendogli di lottare nei set successivi al primo. Il trentenne Seppi è andato oltre non mollando mai e sfruttando ogni possibilità concessagli da Federer, cosa non scontata per un giocatore che in carriera è sempre stato “accusato” di avere difficoltà a convertire le palle break.
Ora Andreas giocherà ancora una volta con il tifo “contro”, infatti negli ottavi di finale affronterà l’australiano classe 1995 Kyrgios, idolo di casa e in rampa di lancio verso una brillante carriera. Anche due anni fa Seppi raggiunse gli ottavi di finale agli Australian Open, ma venne sconfitto da Chardy, con cui tra l’altro si è preso la rivincita al secondo turno quest’anno, e forse mai come ora c’è la possibilità di andare oltre.
Nelle parole del dopo partita si capisce quante emozioni abbia provato l’italiano nel vincere quest’incontro, anche forse perché nessuno lo riteneva capace di un’impresa simile: “Riuscire a battere Roger Federer per la prima volta in carriera, in un torneo dello Slam e al meglio dei cinque set, fa di questo un giorno speciale per me. Sicuramente all’inizio sono sceso in campo solo per cercare di divertirmi e giocare al massimo. Poi, specialmente dopo il primo set, ho capito che stavo colpendo bene la palla. Ho iniziato a credere che potevo fare di più. Inoltre, credo che il tie-break nel secondo set sia stato un punto importante del match. Prima di tutto ho pensato a godermi il momento perché non capita tutti i giorni di giocare sul Centrale, con lo stadio pieno e contro Roger Federer. Ero tranquillo, fin dall’inizio. Anche nei momenti importanti del match sono riuscito a stare calmo. Forse, in tutta la mia vita, questo è stato il match in cui mi sono sentito più a mio agio, anche con le mie emozioni. Credo che questo aspetto mi abbia aiutato molto”.
Viene quasi spontaneo il paragone tra la professionalità di un giocatore abituato a fare poche dichiarazioni e ad avere un atteggiamento sempre positivo in campo e la confusione che al momento vige nella testa di Fabio Fognini, di cui abbiamo parlato dopo l’eliminazione subita al primo turno. Sicuramente il tennista ligure è più talentoso, ma viene da domandarsi cosa potrebbe (o ormai avrebbe potuto) fare mantenendo un po’ di più la calma e avendo un atteggiamento da professionista vero. Probabilmente non lo sapremo mai, quello che sappiamo invece è quanto il risultato ottenuto da Seppi con la sua partita migliore di sempre abbia reso orgoglioso tutto il tennis italiano, ma ora sarà importante non sedersi sugli allori perché ormai anche l’altoatesino ha i suoi anni e bisognerebbe investire di più sui programmi e sulle strutture per i giovani.
Basta guardare alla Nazione che ospita lo Slam in questi giorni, quell’Australia che solo due due anni e mezzo fa era nel baratro con nessun giocatore al secondo turno di Wimbledon e ora ha tre giocatori come Tomić (1992), Kyrgios (1995) e Kokkinakis (1996) pronti a scalare la classifica ATP e a essere protagonisti nei tornei più prestigiosi del circuito. La federazione australiana ha investito moltissimo in un movimento che era in crisi e che invece ora ha le strutture più all’avanguardia del Mondo e ha attirato di nuovo i più piccoli a giocare questo sport. Forse basterebbe una pianificazione un po’ più attenta per avere più giocatori giovani nel circuito e per poter sperare di dare una svolta al movimento, perché sicuramente vittorie come quelle di Seppi portano una grande visibilità a questo sport, ma poi vanno supportate con fatti concreti anche alle radici del sistema.