Più grande e indimenticata della sua capigliatura, solo la sua bravura in campo. L’ex perno della difesa, nonché capitano, del Barcellona che ha vinto praticamente tutto Carles Puyol sta ancora decidendo cosa fare del suo futuro. Uscire dal rettangolo verde di gioco e sedersi dietro una scrivania non sempre è un passaggio agevole nella vita professionale di un ex calciatore. Per questo Puyol, dopo il licenziamento di Zubizarreta, ha dato l’addio alla dirigenza blaugrana, dopo aver seguito lo stesso percorso nel suo addio al calcio.
Nel frattempo l’ex difensore della nazionale spagnola, continua a rafforzare la sua immagine, ampliando la già foltissima schiera di followers sul famoso social network Twitter. Sono ben sette milioni e cinquecentoventimila (e rotti) i seguaci del buon Carles. Niente di nuovo, giusto? Sbagliato, perché a un rapido calcolo, Puyol è più seguito dell’intera serie A (sommandole tutte, dai due milioni e quattrocentomila del Milan ai tredicimila del Cesena). Non di moltissime unità, ma l’ex Barça è superiore. E, non ce ne voglia Carles, ma Puyol non è nemmeno paragonabile ai vari CR7 o Leo Messi, vere e proprie aziende prima che calciatori. Lui non è bello, non è un “Bronzo di Riace”, non è un idolo del web. Eppure i numeri sono impietosi. Fa male riconoscerlo, ma l’Italia nel mondo della rete globale non gode di una grandissima reputazione. Se consideriamo che il più “seguito” dei calciatori italiani è Lukas Podolski, polacco naturalizzato tedesco, fresco ex dell’Arsenal, non vien certo da sorridere al campionato che una volta era il più bello d’Europa.