Scandali russi: Gamula e le battute mancate

Ogni giovedì Mondopallone commenterà un avvenimento scandalistico che ha caratterizzato il movimento calcistico russo. Oggi trattiamo della figura di Igor Gamula, ex allenatore del Rostov.

Ne avevamo già trattato in due occasioni (cliccate sui rispettivi link per documentarvi a riguardo, 1 e 2), ma Igor Gamula ha caratterizzato in modo così piccante, scandalistico e per certi versi comico l’ultima parte del 2014, meritandosi, d’ufficio, un posto in questa rubrica che raccoglie tutte le polemiche del calcio russo.

Chi è Gamula? Un personaggio fuori dalle righe, tipica del calcio russo. Con l’addio di Bozovich ha preso in mano (con risultati abbastanza deludenti) le sorti del Rostov e ha dato spettacolo nella nuova veste di primo allenatore: sempre, però, per motivi diversi dai successi in campo. Simpatico per chi guarda da fuori, meno per i tifosi di una squadra che qualche mese vinceva la coppa di Russia e ora si trova all’ultimo posto in classifica (anche se l’arrivo di Berdyev nel 2015 potrebbe far rivedere la luce). Nonostante fosse già conosciuto dagli addetti ai lavori per le sue esternazioni durante i vari anni in Ucraina, Gamula ci ha messo poco a farsi rispettare anche in Russia: dopo soltanto una partita, nell’abituale intervista post gara aveva avuto da ridire con il corrispondente di NTV, il quale gli aveva pregato di parlare con un tono più consono. Un episodio buffo, poi risoltosi dopo poco tempo, che sarebbe stato solo il primo di una lunga serie.

Oltre ad alcune dichiarazioni tutt’altro che banali, con aneddoti sul suo lavoro in riva al Don, il culmine è giunto a metà novembre, dopo che gli era stato chiesto un parere su un possibile ritorno del laterale camerunense Benoit Angbwa, visto sugli spalti durante una partita del Rostov. Gamula ha tentato di rendersi simpatico con una battuta: “Non scherziamo, abbiamo già diversi giocatori neri, non c’è spazio per nessun’altro”. Peccato che questa frase, condita anche da un commento sull’ebola, non abbiano fatto ridere nessuno, tant’è che il calvo allenatore è stato poi squalificato per 5 giornate.

E in campo? Un bottino abbastanza esiguo, con una sola vittoria, in casa con l’Ural, un buon pareggio in casa dello Spartak e poco altro. La sconfitta nell’ultimo turno con il fanalino di coda Arsenal Tula, oltre che la prematura uscita di scena dalla coppa di Russia, hanno costretto il Rostov, nonostante la grave crisi societaria, a sollevarlo dall’incarico.

“Mi hanno licenziato? Era ora!”. Così commenterà a dicembre il suo esonero. Saranno contenti addetti ai lavori, lui e quelli del Rostov; noi, intesi come tifosi e appassionati, forse un po’ meno….

Le puntate precedenti:

8 GEN-L’eco di Maribor