Liga, la TOP 11 del girone di andata
Archiviato il girone di andata, è tempo di fare i primi bilanci per la Liga 2014/2015: scopriamo insieme la squadra ideale del campionato spagnolo, con i migliori giocatori al giro di boa.
Portiere: Diego Alves (Valencia)
Classe ’85, portiere del Valencia, nazionalità brasiliana. Diego Alves è forse alla sua migliore stagione in carriera. Se la squadra di Espirito Santo funziona è anche perché l’ex Almeria, dal 2011 al Mestalla, ha di fatto chiuso la saracinesca. Con soli 15 reti subite i valenciani sono infatti la seconda miglior difesa del torneo.
Terzino destro: José Gayà (Valencia)
Sappiamo perfettamente che José Luis Gayà Peña è un terzino sinistro ma in queste prime 18 giornate di campionato, fatta eccezione per i soliti noti Dani Alves e Juanfran che in ogni caso non stanno disputando la loro miglior stagione, abbiamo scelto di premiare il giovane difensore del Valencia, classe 1995, 14 presenze e 1 gol. Scelto dalla “cantera”, Gayà è stato buttato nella mischia ma con grande personalità è diventato uno dei terzini di livello di questo campionato. Contro il Cordoba, lo scorso 25 settembre, la sua prima rete in carriera.
Difensore centrale: Diego Godín (Atlético Madrid)
Trovare un difensore affidabile, veloce, essenziale, insuperabile nell’uno contro uno e che una domenica si e una no finisce anche sul tabellino dei marcatori non è da tutti. Diego Godín è forse il miglior centrale della Liga, una garanzia per Simeone soprattutto se accoppiato con Miranda o con il giovane fenomeno uruguaiano, Giménez. Insomma una coppia di centrali tra le più forti in Europa.
Difensore centrale: Sergio Ramos (Real Madrid)
In qualsiasi formazione non può mai mancare Sergio Ramos. Il 28enne difensore del Real è spesso decisivo proprio come Cristiano Ronaldo & compagni. Una sentenza nei calci piazzati, inserimenti sempre precisi e vincenti e coperture difensive da vero top player. Non a caso è tra i migliori 11 dell’anno 2014 per France Football.
Terzino sinistro: Siqueira (Atlético Madrid)
Guilherme Siqueira, classe ’86, ex Inter, Lazio, Ancona, Udinese, Granada e Benfica. Ne ha fatta tanta di gavetta soprattutto in Italia acquisendo grande solidità difensiva e ottimi spunti anche in fase offensiva. Acquistato per 10 milioni di Euro dal Benfica, Siqueira è diventato un punto fermo della formazione del Cholo con 19 presenze totali tra campionato e Champions League.
Centrocampista centrale: Arda Turan (Atlético Madrid)
Eravamo in forte ballottaggio tra il turco dai piedi d’oro dei Colchoneros e James Rodríguez. Molto probabilmente il colombiano sarà inserito nella TOP 11 di fine anno ma in questo momento non potevamo non menzionare il numero 10 dell’Atlético, l’anima in campo del team di Simeone. Nei momenti topici, nei momenti difficili di qualsiasi match, è sempre Arda Turan a prendere per mano la squadra e portarla alla vittoria. Insostituibile.
Centrocampista centrale: Toni Kroos (Real Madrid)
24 anni, già campione del mondo con la Germania, anni di esperienza al Bayern Monaco, dotato di un’intelligenza tattica sopra la media. Kroos è arrivato alla corte di Ancelotti per poco più di 25 milioni di Euro e lo stesso tecnico italiano ha saputo sfruttarne le capacità in mezzo al campo. Più di una garanzia. E’ uno dei migliori centrocampisti al mondo anche lui inserito nella Top 11 del 2014 per France Football.
Centrocampista centrale: Andrés Iniesta (Barcellona)
Ok, è in fase calante, forse anche per una questione di motivazioni dopo aver vinto tutto quello che c’era da vincere con il Barça. Ma don Andrés è sempre don Andrés, un giocatore imprescindibile per il Barcellona e per la Nazionale spagnola. Ci si può mettere la mano sul fuoco che nei momenti clou della stagione, da febbraio in poi, salirà in cattedra per dare il suo contributo alla causa con la sua magnifica eleganza.
Attaccante: Lionel Messi (Barcellona)
Non è la sua miglior stagione e fin qui nessun dubbio. Ha “ceduto” il pallone d’oro al suo eterno rivale Cristiano Ronaldo anche se, a vederlo in campo nell’ultima gara di campionato contro l’Atlético terminata 3-1, non ci sarebbero stati ancora una volta dubbi a chi consegnare il trofeo. Una stagione altalenante, forse dettata anche dai rapporti non idilliaci con Luis Enrique, i dubbi sul futuro. Nonostante tutto ciò, 25 gol in 25 partite in tutte le competizioni.
Attaccante: Cristiano Ronaldo (Real Madrid)
Pallone d’Oro 2014, il terzo in carriera, 33 gol in stagione su 28 presenze, una sentenza per qualsiasi squadra. Cr7 è forse il giocatore più in forma e più decisivo di questa top 11. Segna in qualsiasi modo e con qualsiasi parte del corpo. Professionista nato che ha, forse, toccato l’apice della sua completezza. Il problema è che se dovesse mantenere questi standard, di un altro pianeta, ancora per molto tempo, l’impressione è che possa non lasciare neanche le briciole agli avversari. Un mostro.
Attaccante: Neymar
Dopo il primo anno non proprio da ricordare, Neymar si è calato ormai nel calcio europeo e negli schemi tattici del Barça. 15 gol l’anno scorso, ora siamo a quota 17 con la metà delle presenze (21), in tutte le competizioni. Un tantino decisivo lo sta diventando a suon di giocate, accelerate e ovviamente gol. Con Messi e Suarez siamo di fronte a un tridente offensivo tra i più forti di sempre.
La rivelazione: Luciano Vietto (Villarreal)
Ebbene si. Luciano Vietto, classe 1993, argentino, prelevato dal Racing di Avellaneda dove aveva messo a segno 18 reti in tre stagioni. L’impatto con il calcio spagnolo è stato subito importante. Otto centri in campionato e cinque in Europa League. Sarà l’ambiente del “Madrigal”, casa del Villarreal, ma Vietto è già diventato uno dei prospetti offensivi più interessanti della Liga, uno dei giovani più interessanti di tutta Europa. Molti top club si sono già mossi in tal senso. E come dargliene torto?
L’allenatore: Nuno Espírito Santo (Valencia)
Allenatore emergente, classe ’74, nazionalità portoghese, alla guida del Valencia con ottimi risultati. Unica squadra, finora, ad aver battuto le tre grandi di Spagna e cioè Atlético, Real e Barça. La dirigenza spagnola ha puntato su Nuno per gli straordinari traguardi ottenuti con il Rio Ave, portato in finale sia di Coppa di Lega che di Coppa di Portogallo ma entrambe perse con il Benfica. Con i biancoverdi ha conquistato però la qualificazione in Europa League. E ora, a giudicare dal lavoro svolto finora, dalla crescita esponenziale dei tanti giovani presenti in prima squadra, a Valencia sognano il ritorno in Champions.
Squadra Top: Siviglia
Campioni di Europa League in carica. Squadra che ha cambiato diverse pedine ma ha mantenuto costanza nei risultati con il giusto mix di esperienza e giovani talenti. Squadra Top perché è facile viaggiare in testa alla classifica con ingaggi di centinaia di milioni di euro. In Andalusia la musica è diversa, i costi sono molto ma molto più contenuti, ma al Sanchez Pizjuan l’entusiasmo è sempre lo stesso e con Unai Emery al timone sognare è sempre lecito.
Squadra rivelazione: Eibar
Neo promossa, paesino dei Paesi Baschi, poco meno di 28 mila abitanti, ma che ha nel “Municipal de Ipurua” una bellissima favola di questa stagione nella Liga. L’Eibar è senza ombra di dubbio la squadra rivelazione dell’anno e non solo per i 26 punti conquistati finora. Merito del tecnico Gaizka Garitano, merito di un gruppo che non ha un vero e proprio leader, il top player della situazione, ma ha una coesione straordinaria e una simbiosi perfetta con i 5.250 del Municipal de Ipurua. Quasi commovente l’impresa di quest’anno dell’Eibar dove spicca anche il nome di un italiano, Federico Piovaccari, ex Sampdoria e Steaua Bucarest, in prestito proprio dai blucerchiati, che ha trovato la sua giusta dimensione con quattro reti finora in campionato.
Squadra Flop: Athletic Bilbao
Non bisogna spostarsi di molti chilometri per parlare della squadra flop, finora, nella Liga. Da Eibar a Bilbao il percorso è brevissimo, circa 40 minuti di macchina. E’ ufficiale, la squadra di Ernesto Valverde non riesce a gestire il doppio impegno tra campionato e Champions League, che ha salutato dopo i gironi eliminatori. Il calo per certi versi inspiegabile di alcuni giocatori ha influito, e non poco, sul cammino dei biancorossi che navigano in acque non proprio tranquille. Unica nota positiva, forse, la crescita del centrale Mikel San José che in molte occasioni ha tolto le castagne dal fuoco andando anche a segno con regolarità con il classico inserimento da calcio piazzato. Da ritrovare la cattiveria agonistica e l’estro di alcuni calciatori come Laporte, de Marcos, Iturraspe, Iraola, Susaeta e soprattutto Muniain.