Stranieri di Russia: Jan Koller
Ogni martedì vi portiamo alla scoperta di un calciatore straniero che ben si è disimpegnato nel campionato russo. Oggi tocca all’attaccante ceco Jan Koller, ex giocatore del Krylya Sovetov.
Dopo la recente retrocessione nello spareggio con la Torpedo del Krylya nella massima serie sono rimaste poche tracce. Qualche anno fa, però, la squadra allora guidata da Slutskij veleggiava nei piani alti della classifica della Russian Premier League, conquistando anche, nel 2008, l’Europa League. Una squadra organizzata, piena di individualità importanti. Una soprattutto, che rispondeva al nome di Jan Koller.
Il gigante ceco, paragonabile per certi versi ad Ivo Karlovic nel tennis, non si è mai tirato indietro nella sua esperienza russa, nonostante una carriera di un certo livello che poteva togliergli un po’ la fame al suo arrivo in Russia, dopo l’Europeo in Austria e Svizzera. Umile, straordinaria chioccia per i più giovani e leader decisivo con i suoi gol, sedici in 46 incontri. Così si può sintetizzare il biennio di Jan Koller in Russia.
Quella che pareva una chiamata unicamente a scopo mediatico si è rivelata un’idea azzeccata per entrambi le parti. L’esperienza di Koller ha giovato anche nel periodo subito successivo al suo addio, rendendo il Krylya una squadra completa, ostica e di un buon livello sino alla crisi finanziaria che ha costretto la squadra a un progressivo indebolimento e a salutare tutte le velleità di prosecuzione di un discreto progetto intrapreso dopo il mondiale tedesco. E, come detto, quando c’era non mancava di segnare: soprattutto di testa, come è normale, ma anche qualche zampata di piede, come il gol decisivo con l’Amkar a inizio 2009. La partita migliore? Il 3-3 casalingo con la Dinamo Mosca datato 2008, con il ceco autore di una doppietta, con due incornate spaziali, sia per la loro bellezza che per l’ubicazione degli impatti con la sfera.
Un grande aiuto per il suo rapido adattamento è dovuto sicuramente al compagno di squadra Jiri Jarosik, connazionale che conosceva già discretamente il torneo. In Russia è così, se non conosci il tipo di calcio, se sei all’oscuro di cosa ti può aspettare, difficilmente fai strada. Koller ha saputo fare questo passo umile, nonostante avesse 35 anni e fosse al termine della sua carriera.
A Samara lo amano ancora alla follia, anche perchè il suo approdo è coinciso con il miglior periodo della storia del club, e la qualificazione all’Europa League: certo, quell’eliminazione col St Patricks (sconfitta 1-0 in Irlanda e vittoria 3-2, dopo essere andati tre a zero nel primo tempo) brucia ancora…
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