Home » L’Anima e Corpo Orobica si lamenta dell’arbitraggio

Dopo la gara di campionato tra Orobica e Como, terminata 0-4 per le lariane, la squadra bergamasca ha rilasciato un comunicato lamentandosi della direzione arbitrale, affidata al signor Paride Tremolada di Monza.

“L’Orobica CF si arrende all’arbitraggio più che inadeguato e incassa una sconfitta disarmante. Nel corso della gara la terna arbitrale ha regalato momenti imbarazzanti che hanno visto una serie di falli non fischiati, fuorigioco smentiti a video, palloni oltre la linea laterale non visti e punizioni inesistenti (una delle quali al limite dell’area ha causato il goal del vantaggio immeritata del Como al 10′ minuto). L’arbitro ha condotto la gara così da far innervosire per tutta la durata della partita le giocatrici, ammonendo per protesta e addirittura allontanando il dottore contravvenendo al regolamento plurime volte e perdendo moltissimi minuti in discussioni con lo stesso, con le giocatrici e con vari dirigenti, tempo che poi non è stato recuperato, come invece da lui dichiarato nel corso della gara. Inutile parlare della cronaca di una partita a dir poco falsata da un arbitraggio di questo tipo. Non è bastato chiedere un commissario di campo a chi di dovere e avvertire anche il Dipartimento Calcio Femminile, evidentemente video e foto, che verranno nuovamente spediti dopo la gara odierna, non sono considerati e le società non vengono tutelate da chi di dovere nei confronti di tali prestazioni. Inutile peraltro pretendere rispetto come giocatrici e come esponenti di questo calcio femminile quando un Arbitro si permette di dire a una giocatrice “smettila di lamentarti che non sai stoppare un pallone” o anche “pensa a giocare visto che sei così brava” e quando le Associazioni di categoria chiedono alle giocatrici di protestare perché gli arbitri scelti per il calcio femminile quest’anno, a differenza dello scorso anno, non fanno parte delle migliori scelte, destinate a campionati evidentemente considerati più importanti rispetto a quello in cui militano le donne.”