A pochi giorni dall’inizio della trentesima edizione della Coppa d’Africa, comincia il nostro viaggio alla scoperta dei quattro Gironi che daranno vita alla prima parte della manifestazione continentale. Un’analisi per cercare di conoscere meglio le magnifiche sedici squadre nazionali che prenderanno parte alla rassegna del Continente Nero.
Oggi è il turno del Girone C, il raggruppamento con più storia al suo interno, a cui prendono parte: il Ghana, una delle formazioni con la tradizione calcistica più solida dell’intero continente e reduce dal torneo brasiliano della scorsa estate, l’Algeria, ai nastri di partenza con molta voglia di confermare (e, perché no, migliorare) l’impressione destata agli stessi Mondiali, il Senegal e il Sudafrica, entrambe dotate di un passato glorioso e di un presente quanto meno balbettante, lontano dai fasti di nemmeno troppi anni fa. Tutte le partite del girone, a eccezione dell’ultima, avranno luogo nell’Estadio de Mongomo, impianto da 15.000 posti nell’omonima città della Guinea Equatoriale situata quasi al confine orientale del paese, a pochi passi dalla frontiera col Gabon; tanto per dare un’idea, lo stadio può contenere il doppio degli abitanti dell’intero insediamento urbano. La gara finale (Senegal-Algeria) avrà come teatro il Nuevo Estadio de Malabo, arena della capitale, lontano dalla sede precedente quasi 370 chilometri.
Guardando a chi ci sarà e a chi non ci sarà, non si può non notare l’assenza di Essien, Muntari e Kevin-Prince Boateng, che non sono stati chiamati dal tecnico Grant nonostante alcune dichiarazioni (di facciata?) del tecnico delle Stelle Nere, che a inizio mandato pareva voler considerare un reintegro nei ranghi dei tre centrocampisti. Oltre ai tre citati, mancherà anche Kwadwo Asamoah: tegola pesante per le Black Stars nonostante fosse un’assenza più che annunciata, visto l’infortunio grave patito dallo juventino. Ci sarà invece Christian Atsu, autore di un’ottima stagione col Vitesse lo scorso anno ma decisamente un desaparecido in questo: poche presenze con l’Everton e sempre per pochi minuti. Tuttavia, la sensazione è che il giocatore dei Toffees sarà uno dei perni della mediana del Ghana e, se Grant dovesse proseguire col 4-2-3-1, uno dei posti sulla trequarti dietro al capitano Asamoah Gyan dovrebbe essere suo (ma occhio ad Acheampong dell’Anderlecht). Gli altri due paiono già prenotati dagli imprescindibili fratelli Ayew, pilastri della squadra. In mezzo, invece, si dovrebbe vedere il volto noto di Badu dell’Udinese, con Rabiu che parte favorito per fargli da partner mentre Acquah del Parma dovrebbe partire dalla panchina. In difesa il pilastro è Mensah, leader del pacchetto arretrato, mentre sulla sinistra l’assenza di Asamoah dovrebbe essere compensata con l’inserimento di Rahman. In porta Grant pare aver risolto il problema di chi starà tra i pali scegliendo Razak del Mirandés, anche se il più esperto Dauda rimane in agguato; quel che è certo è che nessuna delle tre soluzioni possibili dà un affidamento del 100% e la scelta potrebbe cambiare lungo il corso della manifestazione.
Imprescindibile là davanti è il solito finalizzatore implacabile – perlomeno con la Nazionale – Slimani (la sua riserva sarà Belfodil, alla prima chance importante con l’Algeria), mentre le qualità tecniche della trequarti nordafricana non hanno nulla da invidiare a una Nazionale europea di valore medio-alto: Brahimi, Feghouli e Mahrez sono giocatori capaci di accelerare o rallentare il ritmo a loro piacimento, nonché tirar fuori in ogni momento del match una giocata che può essere risolutrice. In mediana i vari Bentaleb, Taïder o Lacen sono tutti elementi di sicuro affidamento e garantiscono una copertura a 360 gradi per quanto riguarda la varietà dei profili: abile in entrambe le fasi il giocatore del Sassuolo, regista tecnicamente dotato il mediano del Tottenham, combattente inesauribile nonché capace di impostare egregiamente la colonna del Getafe. Già detto dell’assenza di Belkalem in difesa, il confermatissimo M’Bohli sarà probabilmente protetto dalla coppia Halliche-Medjani, con quest’ultimo che arretrerà il raggio d’azione rispetto a Brasile 2014, dove aveva giocato sostanzialmente da mediano di rottura. Se a destra Mandi non ha rivali, rimane sempre vivo il ballottaggio per il terzino sinistro tra Ghoulam e Mesbah, con il blucerchiato avvantaggiato visto il miglior ritmo partita rispetto al connazionale del Napoli.
Qualità non proprio eccelsa dunque per i Bafana Bafana ma le motivazioni non mancano: oltre a quelle sportive, infatti, può essere di sprone ai suoi ex compagni la recente dipartita di Senzo Meyiwa, portiere e capitano della squadra ormai da un paio d’anni, mancato a ottobre perché ha fatto scudo col suo corpo alla fidanzata durante un’aggressione da parte di alcuni rapinatori. Nel calcio, come nella vita, simili tragedie possono dare quel quid in più a una squadra nel perseguire i propri obiettivi: di certo sarebbe romantico e affascinante se accadesse. In difesa, davanti alla saracinesca del Kortrijk Keet (a lui il non semplice compito di sostituire Meyiwa), da notare senz’altro Thulani Hlatshwayo, detto Tyson, massiccio centrale dell’Ajax di Città del Capo, e il terzino Ngcongca, fisicamente straripante e dotato di buon piede. In mezzo non si potrà non notare la grinta di capitan Furman (formatosi tra giovanili del Chelsea e dei Rangers di Glasgow), non certo un regista classico, anzi; il mediano del Doncaster è più che altro un recuperatore di palloni instancabile, un leone che non smette mai di lottare, ma il suo problema è lo stesso del resto della squadra: qualità non eccelsa in fase di possesso palla. Davanti, invece, chi dovrà mettere paura agli avversari è Rantie, trascinatore dei suoi a questa fase finale; occhio però, perché se non segna il centravanti del Bournemouth i problemi realizzativi dei Bafana Bafana si acuiscono parecchio nonostante la presenza dell’esperto Parker.
La mancanza di Diamé, d’altro canto, è un duro colpo: in mediana, ora, le responsabilità di Kouyaté, ironia della sorte suo sostituto anche al West Ham, salgono nettamente. Anche Diafra Sakho fuori dai giochi non è stata una buona notizia per i Leoni del Teranga ma, come detto, in attacco una defezione è assai più rimediabile viste le disponibilità di giocatori come Cissé del Newcastle, Diouf dello Stoke City, Mané del Southampton, N’Doye della Lokomotiv Mosca o i due Moussa, Sow del Fenerbahçe e Konaté del Sion (ex Genoa). E non è stato convocato Demba Ba! Il problema principale del Senegal, comunque, resta la difesa, che fatica a trovare un suo assetto definitivo e, soprattutto, dovrà rinunciare allo stesso Kouyaté, reso necessario in mezzo come si diceva. Sané è senz’altro un buon centrale ma tutti i possibili candidati ad affiancarlo non suonano pienamente convincenti, sia sulle fasce, sia in mezzo. La sensazione è che la retroguardia senegalese faticherà non poco…
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