Tango argentino
Un derby d’Italia come non si vedeva da molti anni. Questo il riassunto di una partita bella da vedere, per tifosi e non, che sicuramente ieri sera avranno apprezzato il ritmo sostenuto dalle due squadre. A Tévez ha risposto Icardi, il castiga Juventus al quinto centro in quattro partite contro i bianconeri: i padroni di casa hanno sostanzialmente dominato la scena sino al gol, pressando alti i portatori di palla dell’Inter e mettendo in difficoltà il duo Ranocchia-Juan Jesus, sul quale adesso inizia a nascere più di qualche dubbio. L’Inter ha trovato una reazione d’orgoglio e d’entusiasmo dopo il pareggio, mentre la Juventus ha messo in mostra tutti i limiti caratteriali di questo campionato: se le cose non vanno secondo i piani, spesso si impiega un po’ troppo a reagire e ieri, contro una squadra affermata e non in ricostruzione come l’Inter, avrebbe potuto anche perdere. La reazione finale c’è stata, ma più d’orgoglio che tecnica: tutte le occasioni infatti sono arrivate da calci d’angolo o situazioni confusionarie: che sia da lezione per la partita contro il Borussia Dortmund, perché per forza di cose nei 180 minuti ci saranno episodi sfavorevoli
E’ stata la giornata delle polemiche, dalla gomitata di Juan Jesus a Chiellini al presunto mancato rigore ai danni di Pereyra, dal gol fantasma di Astori alla scivolata maldestra di Emanuelson in area di rigore. E’ stata la giornata del crollo milanista, caduto in casa contro il Sassuolo delle meraviglie sotto i colpi di Berardi, Sansone e Zaza. E’ stata la giornata di Felipe Anderson che, con un gol e due assist, ha illuminato il sabato sera all’Olimpico come non avveniva da molto tempo: adesso il terzo posto è molto più che una possibilità, perché la squadra ha ingranato definitivamente ed è costruita con fondamenta solide. Dalla convivenza tra Candreva e Felipe Anderson, probabilmente, dipenderà molto del futuro biancoceleste. Contemporaneamente sono cadute le genovesi, la Sampdoria proprio contro la Lazio in una serata da dimenticare presto per Mihajlovic, mentre il Genoa è riuscito a strappare un punto contro l’Atalanta dopo essere stata in svantaggio di due lunghezze. E’ stata la giornata del Palermo, vincitore in Serie A con cinque lunghezze come non avveniva da cinquant’anni, a riprova che questa squadra non è soltanto Vasquez e Dybala. E’ stata la giornata delle incomprensioni in casa viola, dal caso Neto alla sconfitta contro il Parma, e Montella sicuramente avrà molto da lavorare per ricucire una situazione che, all’inizio dell’anno, difficilmente sarebbe stata immaginabile. Infine è stata la giornata della svolta napoletana, un messaggio a tutta la Serie A per dire che, dopo la Supercoppa vinta contro la Juventus, per il terzo posto c’è anche la squadra di Benitez.
Per alcuni è stata la giornata di Podolski, l’esterno che tanto desiderava Mancini (magari da schierare in accoppiata con Shaqiri) e che permetterà ai nerazzurri di schierarsi con il 4-2-3-1, infinitamente meglio del 4-5-1 presentato dal tecnico jesino contro la Juventus. Troppa congestione a centrocampo, un imbottigliamento che ha permesso raddoppi facili alla Juventus in mezzo al campo e, soprattutto, di restare alta per pressare vista la mancanza di punte da marcare. Con il tedesco la musica è cambiata: Icardi è stato coinvolto più nel gioco, Guarin arretrato ha avuto la possibilità di far valere il fisico più di quanto riesca a fare sulla trequarti e la difesa non è stata più in apprensione continua. Resta comunque la macchia indelebile per 60 minuti non giocati all’altezza, con la Juve padrona del campo: solo il mancato cinismo dei bianconeri ha permesso che la partita fosse ancora aperta al momento del gol di Icardi.
E’ stata una bella giornata di calcio, con tanti gol su quasi tutti i campi e partite giocate a viso aperto. Che sia di buon auspicio per un 2015 all’insegna della ripresa calcistica, per far tornare la Serie A ai fasti di un tempo.