Ogni martedì vi portiamo alla scoperta di un calciatore straniero che ben si è disimpegnato nel campionato russo. Oggi tocca all’attaccante argentino Hector Bracamonte, che ha vestito le maglie di Fc Mosca, Rostov e Terek Grozny.
Un personaggio solare, stravagante ma soprattutto un centravanti straordinario, cinico sotto porta e capace di fare reparto da solo, conquistando i cuori dei suoi tifosi. Hector Bracamonte, il giocatore più capelluto della storia della Russian Premier League (se la gioca con il turco Fatih Tekke, attaccante dalle caratteristiche simili), è sicuramente una delle bandiere del defunto Fc Mosca, club fallito nel 2009 dopo soli 12 anni d’esistenza; con il club capitolino, che giocava le gare casalinghe nello stadio della Torpedo intitolato ad Eduard Strel’tsov, si è preso, col tempo, uno spazio simile, seppur con le dovute proporzioni, a quello del Pelè bianco nella società bianconera. Alla Torpedo si associa subito il sopracitato Strel’tsov, all’Fc Mosca è quasi immediato abbinare il nome di Hector Bracamonte.
Giunto in Russia nel 2003, Bracamonte ha contribuito con i suoi gol a mantenere l’Fc Mosca nella massima serie, con la soddisfazione della partecipazione alla Coppa UEFA datata 2008 (i granata furono eliminati dal Copenhaghen) e della finale di coppa di Russia un anno prima. Centoquarantacinque presenze e 36 gol: un bottino non male, considerando la freddezza di questa statistica che ovviamente non comprende anche l’immensa quantità di lavoro sporco abitualmente operata dal “nostro”. Grazie ai suoi movimenti Blokhin prima e Bozovich poi hanno potuto garantire equilibrio alla squadra e palloni giocabili a una folta schiera di trequartisti di buon livello, come ad esempio il lituano Edgaras Cesnauskis. Senza il fallimento del 2010 difficilmente Bracamonte avrebbe lasciato Mosca, una città che tanto amava e che non credeva essere così spettacolare.
Nonostante si trovi molto bene in Russia, il resto della sua esperienza non sarà al livello degli anni precedenti. Senza la casacca granata Bracamonte si trova come un pesce fuor d’acqua e sia a Rostov che a Grozny, complici anche alcuni infortuni, non trova successo. In Cecenia, addirittura, Kadyrov decide di affidargli anche una carica tecnica, a fianco del primo allenatore, ma la cosa non ha buon fine, con soli 10 gol tre anni. Nel 2012 torna in patria, al Rosario Central, ma la sua carriera è sul viale del tramonto. Nel 2014, a 36 anni, decide di appendere le scarpe al chiodo. E molti appassionati di calcio russo se ne rammaricano, perchè con lui e la sua treccia hanno vissuto momenti importanti per più di un lustro.