Anno dispari numero 2015 dopo Cristo. Per i Mondiali, appena giocati, bisognerà aspettare ancora tre anni e mezzo; in quanto agli Europei, siamo nel limbo dell’attesa. Ne riparliamo nell’anno pari numero 2016. Per gli appassionati del mondo del pallone da prendere a calci, ordunque, si prospetta un’estate vuota e noiosa? Niente affatto, ci sono i giovani. E che giovani.
Per due settimane, dal 17 al 30 giugno, le attenzioni dei calciofili più insaziabili, a cui non basterà la scorpacciata dei campionati appena conclusi, saranno tutte rivolte in Repubblica Ceca, scenario della ventesima edizione degli Europei Under 21. Otto nazionali si contenderanno il titolo di campione d’Europa dopo la Spagna, che nel 2013, in Israele, fu capace di bissare il successo di due anni prima, a scapito proprio degli Azzurrini di Devis Mangia.
La notizia, però, arriva con ampio anticipo rispetto al calcio d’inizio di Repubblica Ceca-Danimarca, gara inaugurale di Euro Under 21: la Rojita, infatti, dopo aver insegnato calcio e incantato col suo tiqui-taca, non ci sarà. Muniain, Carvajal, Sergi Roberto, Deulofeu, Isco e Morata, dunque, guarderanno in tv la rassegna, ingannando l’attesa tra una gara e l’altra con qualche immagine di repertorio, quando le Furie di Lopeteguei dettavano legge e vincevano a mani basse.
Il giustiziere della Spagna, come nella più incredibile delle storie, ha il nome che non ti aspetti: la Serbia, vera sorpresa fra le finaliste della manifestazione. La squadra di Mladen Dodić (ma guidata da Radovan Ćurčić durante le qualificazioni), che ha in Pešić, Kostić e soprattutto Mitrović i principali punti di riferimento, prima di interrompere la serie di 35 risultati utili consecutivi della Spagna, ha dato del filo da torcere ai ragazzi di Di Biagio, sancendo, di fatto, anche la clamorosa eliminazione del Belgio, altra squadra di talenti incompresi, con un 3-0 senza appello durante la fase a gironi.
Ma andiamo per gradi. A ospitare la rassegna sarà la Repubblica Ceca, che sogna il bis dopo il successo del 2002. In quell’epoca (giusto parlare di tredici anni fa in questi termini), però, c’erano Čech, Grygera, Rozehnal e Baroš, oggi la selezione di Jakub Dovalil è l’oggetto misterioso di turno (un po’ come Israele nell’edizione precedente), con il solo Václav Kadlec dell’Eintracht Francoforte (già nove presenze e due gol per lui in Nazionale maggiore) a tirare la carretta e con un gruppo che, di fatto, sarà composto da soli giocatori che militano nel campionato ceco. Chissà che però questa non sia la vera arma della Cechia, pronta a sfruttare l’effetto sorpresa.
Nel girone A, assieme ai padroni di casa, ai serbi e alla Danimarca (squadra più prolifica delle qualificazioni), ci sarà la vera favorita per la vittoria finale: la Germania. E figuriamoci se un Paese in crescita come quello tedesco, fresco vincitore ai Mondiali, non vantasse un’Under 21 di tutto rispetto. Horst Hrubesch, vecchia volpe che ha guidato tutte le nazionali tedesche a livello giovanile, metterà su una selezione completa in ogni reparto: il blaugrana ter Stegen fra i pali, in difesa gente come Durm, Günter e Rüdiger, in mezzo al campo quantità e qualità con Leitner, Bittencourt, Meyer, Emre Can e Jonas Hofmann, davanti gol pesanti con Philipp Hofmann e, soprattutto, Kevin Volland, la stella tedesca più luminosa. Il bis, dopo il 2009, è dietro l’angolo.
E gli Azzurrini? Ci sono, anzi, ci siamo anche noi. Dopo un girone di qualificazione iniziato male (1-3 a Rieti contro il Belgio), la nostra Under ha avuto la forza di crederci, vincendo in Belgio e battendo in rimonta proprio la Serbia nella penultima gara dei gironi. Il doppio play-off contro la Slovacchia, però, ha evidenziato tutti i pregi e i difetti di questa squadra, capace di mettere in campo grande cuore, specialmente quando si tratta di recuperare uno svantaggio, ma inadatta a gestire e ancora troppo insicura nella fase difensiva. In Repubblica Ceca, oltre al cuore e alla grinta, servirà la testa e tanta attenzione.
Le speranze azzurre, però, dopo l’era di Insigne, Verratti, Immobile e Gabbiadini, sono affidate alla qualità del “quartetto delle B”: Battocchio, Berardi, Bernardeschi e Belotti. Oltre a loro, un portiere di grande esperienza come Bardi, difensori come Zappacosta, Romagnoli e Rugani, che hanno tutte le carte in regola per scrivere il futuro della Nazionale maggiore, e gente come Crisetig, Sturaro e Viviani, che in mezzo al campo hanno dimostrato di saperci fare. A Gigi Di Biagio il compito continuare a far crescere una squadra che cerca il sesto titolo continentale.
L’Italia dovrà vedersela nel girone B contro squadre di assoluto livello, su tutte l’Inghilterra, due volte campione nel 1982 e nel 1984. Una selezione, quella guidata da Gareth Southgate, che ha in Saido Berahino (con dieci reti il capocannoniere delle qualificazioni) e Harry Kane una coppia offensiva da paura. Da non sottovalutare nemmeno il Portogallo di Rui Jorge, capace di vincere tutte le gare giocate, compresi i due spareggi contro la quotata Olanda. Ricardo del Porto è il terminale offensivo, ma Bernardo Silva, Ivan Cavaleiro e l’udinese Bruno Fernandes sono prospetti di grande qualità.
Ultima menzione per un’altra ammazza-grandi: la Svezia di Guidetti e Ishak ha eliminato addirittura la Francia, una delle nazionali più forti a livello Under 21. Un’impresa non da poco quella dei ragazzi di Håkan Ericson, pronti a dare battaglia a giugno, anche se non partono di certo con i favori del pronostico.
Le prime quattro Nazionali in Repubblica Ceca, non dimentichiamolo, conquisteranno la qualificazione alle Olimpiadi di Rio 2016. Un motivo in più per seguire con attenzione la manifestazione e per fare il tifo per i ragazzi di Di Biagio. L’anno dispari 2015, dunque, sarà l’anno dei giovani. Nelle loro mani, anzi, nei loro piedi, il futuro di questo sport. E noi ci saremo ancora una volta, sul nostro sito e sulla pagina Facebook, per raccontarvi l’emozione del calcio. Un’emozione che si rinnova e che contribuirà, e questo è il nostro augurio personale per il nuovo anno, ad aumentare i battiti e a farci sobbalzare davanti alla tv.