Terminato l’ultimo campionato argentino in modalità “corta” (a febbraio inizierà il torneo a trenta squadre di cui abbiamo parlato qua) con il trionfo del Racing, ecco la TOP 11 con i giocatori che più si sono messi in evidenza, schierati con un 4-3-3 abbastanza offensivo. Tuttavia non ci si ferma qui, infatti trovate anche il miglior allenatore, le riserve, il giovane più pronto per spiccare il volo, la squadra top, le squadra rivelazione e la squadra flop.
RISERVE
PORTIERE: Fernando Monetti (Gimnasia, 1989). Pedro Troglio ha costruito un’ottima realtà a La Plata e il tutto a partire dall’estremo difensore. Moretti si è rivelato infatti un ottimo portiere anche quest’anno salvando spesso il risultato con interventi veramente notevoli. Pazzesca la parata fatta contro il Lanús, il popolo del Lobo dopo questo campionato l’ha sicuramente perdonato per la papera commessa nel finale della scorsa stagione contro il Quilmes.
DIFENSORI: Matías Aguirregaray (Estudiantes, 1989). Roccioso quanto basta e autore di un buon campionato insieme ai veterani Desábato e Ré. Se Pellegrino spesso ha potuto schierare davanti Carrillo, Vera e Correa, il merito è anche di una difesa che raramente tradisce e la nota più lieta per il futuro dei biancorossi è proprio Aguirregaray, come età il più giovane del pacchetto arretrato del Pincha.
Lucas Licht (Gimnasia, 1981). Capitano dei biancoblù di La Plata e vera bandiera della squadra di Troglio. Praticamente non ha saltato una partita e sulla sinistra ha dato sempre il suo contributo con tre assist e anche due gol. Già protagonista della risalita del Gimnasia in Primera División, a 33 anni sta vivendo una seconda giovinezza nella squadra in cui è cresciuto.
Lucas Villalba (Independiente, 1994). La squadra di Almíron ha disputato un ottimo campionato al ritorno dall’inferno della B Nacional e il giovane che più si è messo in luce con la prestigiosa maglia rossa è questo terzino sinistro. Le sue continue buone prestazioni hanno fatto sì che si conquistasse un posto da titolare senza mollarlo praticamente più: sono state infatti quindici le presenze di Villalba in stagione.
CENTROCAMPISTI: Leonardo Pisculichi (River Plate, 1984). Al River Plate reduce dalla vittoria del campionato servivano innesti mirati per migliorare ancora una squadra già ottima. Pisculichi è stato preso dall’Argentinos proprio perché poteva dare quella qualità in più per consentire ai Millonarios di alzare il proprio livello di gioco, e così è stato. A trent’anni è stato lui a segnare tra l’altro un gol pesantissimo a Medellin nella finale di andata di Copa Sudamericana.
Ezequiel Videla (Racing, 1988). Il metronomo dei campioni, paragonarlo a Xavi può sembrare una bestemmia calcistica, ma per caratteristiche fa capire bene il tipo di gioco fatto da questo regista. Dai suoi piedi sono spesso partite le azioni più pericolose degli esterni e del duo Milito-Bou.
Jaime Ayoví (Godoy Cruz, 1988). Qualcosa in più di un centrocampista, ma abbiamo voluto comuqnwu inserirlo qui per la sua predisposizione a partire da lontano. Nove reti da assoluto protagonista per questo ottimo ecuadoriano, vera novità di un Godoy Cruz come sempre altalenante nelle sue prestazioni ma capace di fare anche qualche buon risultato. Ayoví è stato il giusto supporto per il veterano Ruben Ramírez e ha dato una soluzione in più alla squadra di Mendoza per quanto riguarda gli inserimenti in velocità.
ATTACCANTI: Diego Milito (Racing, 1979). Trovate tutto in questo articolo cucito su misura per el Principe, descrivere in poche righe quello fatto da questo giocatore sarebbe ingiusto.
Lucas Pratto (Vélez-ora Atlético Mineiro-1988). Passato pochi giorni fa ai brasiliani dell’Atletico Mineiro, lacia il Vélez dopo due anni e un ultimo campionato chiuso da capocannoniere con undici reti. Purtroppo per lui e per la squadra di Liniers la seconda parte del torneo è stata deleteria, ma Pratto non ha comunque smesso di segnare confermandosi un attaccante adatto al calcio sudamericano dopo aver fallito nel Genoa.
Federico Mancuello (Independiente, 1989). Smentiti tutti quelli che pensavano che non avrebbe ripetuto nella massima categoria quanto fatto vedere in B Nacional: dieci gol e Independiente in lotta per la vittoria del campionato fino a poche giornate dalla fine.
SQUADRA TOP: Racing. E chi se no, una squadra che dopo un altalenante inizio di campionato sembrava dovesse cadere nel solito anonimato che ne ha contraddistinto le ultime stagioni. Invece Cocca ha saputo cambiare l’inerzia e la seconda metà del campionato è stata semplicemente perfetta, per non parlare del finale: sei vittorie consecutive, tra cui la rimonta alla Bombonera e lo scontro diretto alla terzultima giornata contro il River Plate. Memorabile l’ultima partita contro il Godoy Cruz al Cilindro, con i tifosi del Racing che hanno creato un’atmosfera sensazionale prima e dopo la partita, ale termina della quale sono iniziati i festeggiamenti. Merita di essere nominato il River Plate, autore di un’annata fantastica chiusa “sacrificando” il campionato pur di vincere la Copa Sudamericana.
SQUADRE RIVELAZIONE: Tigre, Belgrano e Atlético de Rafaela. Non era giusto laciare fuori una di queste squadre quindi ho deciso di menzionarle tutte e tre. Quest’anno non c’erano retrocessioni, ma tutti si aspettavano di trovarle a fine campionato nella parte bassa della classifica: sbagliato. Alegre (Tigre), Zielinski (Belgrano) e Sensini (Atlético de Rafaela) hanno fatto un lavoro esemplare portando le loro squadre nella prima metà della classifica e togliendosi non poche soddisfazioni facendo anche vedere molti giovani interessanti. Menzione particolare per l’Atlético de Rafaela (e per il suo centravanti Lucas Albertengo, classe 1991), a giugno salvatosi vincendo lo spareggio per non retrocedere contro il Colón e questa stagione capace invece di fare un’impresa togliendo la soddisfazione di vincere 2-0 al Cilindro contro i futuri campioni d’Argentina.
SQUADRA FLOP: Vélez. Un inizio da schiacciasassi per poi squagliarsi strada facendo. Nonostante un Pratto in forma olimpica, dopo le prime quattro vittorie nel Fortín si è inceppato qualcosa e sono arrivati quattro ko in sei partite. La situazione non è migliorata molto e così una squadra costruita per giocarsi il titolo ha chiuso il campionato all’undicesimo posto. A pagare per tutti è stato José Flóres, incapace di ridare un’anima alla squadra; al suo posto è stato preso Miguel Ángel Russo, già vincitore di un titolo sulla panchina del Vélez.