Il punto sulla Premier League: ventesima giornata

LOTTA PER IL TITOLO. Sembravano inarrestabili, implacabili, glaciali. Avevano l’aspetto della macchina perfetta, pronta a prendersi un campionato dalle big in difficoltà e zoppicanti. Eppure, i Blues si sono persi e ora i giochi sono aperti, come non mai: 5-3 del Tottenham al Chelsea capolista, raggiunto dal Manchester City grazie a Lampard (tu quoque), in un giorno di capodanno che rischia di passare alla storia. Di questo scivolone nel nord di Londra impressiona soprattutto il crollo di una difesa per lungo tempo imperforabile eppure bucata 5 volte in un sol colpo: il Watford e la FA Cup per dimenticare White Hart Lane e rinfrescare le idee.

ZONA EUROPA. Il bolide di Mourinho – perplesso e nervoso – si è inceppato contro una squadra che punta dritto alla prossima Champions League, ha finalmente fatto ordine e razionalizzato le forze, mettendo insieme il talento e l’estro degli acquisti del dopo Bale. Ma a rendere speciale il momento del Tottenham è soprattutto la doppietta di Kane, attaccante di razza ormai pronto al grande salto in nazionale, provato cannoniere nella lega più intensa del mondo.

I 3 punti contro la capolista incoraggiano anche in  virtù del pari del Manchester United a Stoke (1-1), del ko dell’Arsenal sul campo del lanciatissimo Southampton (2-0), del nulla di fatto di West Ham-West Bromwich e dell’ennesima pausa di un Liverpool prigioniero di sé stesso e della sua fragilità: il balzo della banda Pochettino è un assalto all’Europa con vista Champions.

LOTTA SALVEZZA. Chi si ferma è perduto (Sunderland), nell’epidemia di “pareggite” del primo dell’anno: i club in lotta per restare in Premier League fanno quasi tutti un punto, che un po’ serve e un po’ è un nulla di fatto. Si rammarica chi – come il QPR – non sfrutta il turno casalingo, mentre l’Hull City, che punisce un Everton in crisi d’identità e risultati, copia sbiadita del club ammirato per tutto il 2014-2015. Martinez, come il dirimpettaio Rodgers, non trova proprio pace.