Home » Pagellone tennis 2014 (parte 2)

E come anticipato nella prima parte, ecco la continuazione del nostro pagellone del 2014 relativo al circuito ATP.

1) Djoković 9

Da una parte ci sono i quattro Masters 1000 portati a casa, il bis a Wimbledon, le Finals di Londra dominate, la solita sensazione di superiorità culminata nel terzo anno chiuso da n.1 in carriera, e anche la paternità; dall’altra parte c’è quella che sta iniziando a diventare un’ossessione, che di nome fa Roland Garros e di cognome Rafael Nadal. Quest’anno sembrava fosse arrivato il momento di chiudere il cerchio, e invece l’alone di superiorità del maiorchino si è dimostrato ancora troppo intenso sul centrale di Parigi; quantomeno il destino gli ha risparmiato un’altra invasione suicida in stile 2013. Qualche rammarico (e mezzo voto in meno) anche per gli Us Open: un Djokovic con un 5-10% di benzina in più avrebbe potuto (e forse dovuto) far suo il torneo. Nulla di nuovo sotto il Nole

2) Federer 8,5

Nonostante il tentativo di rimonta ai danni di Nole abbia offerto il momento di pathos maggiore di tutta la stagione, il colpo di coda sul centrale di Wimbledon non è arrivato. C’è stato però tutto il resto: continuità di rendimento seconda soltanto a chi lo precede in classifica, due semifinali e una finale Slam, i Masters di Shanghai e Cincinnati, la Coppa Davis conquistata da trascinatore, le speranze di tornare numero 1 prima dell’infortunio di Londra che gli ha impedito di sfidare per l’ennesima volta in questo 2014 il rivale Djoković. Gli scontri con il serbo sono ormai la maggiore garanzia di qualità del tennis odierno, anche grazie alle innovazione tattiche favorite dalla guida sapiente di Edberg: il coach svedese ha saputo restituire lustro al suo gioco d’attacco, Roger l’ha aiutato ritrovando la brillantezza atleticaI tifosi hanno smesso di chiedere miracoli ai suoi 33 anni, lui non ha perso la voglia di sorprenderli. Longevità al potere

3) Wawrinka 8,5 

A Melbourne confeziona il suo piccolo capolavoro: si vendica di Nole spezzando il suo monopolio australiano, poi sciorina gran tennis sino alla finale in cui non si lascia intenerire da un Nadal non al meglio. Giocando il minimo indispensabile perde il primo incontro a Marzo, sonnecchia fino a Montecarlo quando vince anche il primo Master 1000 della carriera nello scontro fratricida contro Federer. Il binomio con il suo connazionale si protrarrà sino al termine della stagione: è Federer a batterlo in rimonta a Wimbledon e nella semifinale del Master di Londra (con annesse polemiche e match-point annullato), ed è con Federer che regala alla Svizzera la prima Davis della storia. Il suo rovescio è sicuramente il colpo più letale dell’anno. Iron-Stan

4) Nadal 8

La stagione della nona affermazione a Parigi (il numero inizia a farsi inquietante) è anche quella che inizia a minare il mito della sua inossidabilità: dopo la sorprendente caduta contro Kyrgios sui prati londinesi praticamente scompare dalla circolazione, saltando quasi interamente il cemento nord-americano e le Finals di Londra. Ma nella prima metà di stagione, pur annaspando più del dovuto e cedendo a Djokovic le finali di Roma e Miami, trova il modo di portarsi a casa il Master di Madrid e di raggiungere due finali Slam: letale sul Philippe Chatrier, vittima di un guaio atletico e di un gran Wawrinka in Australia. Nel 2015 sarà una dura battaglia tra i suoi tendini e la possibilità di firmare uno storico dieci sui Campi Elisi: chi la spunterà? Attendi(ni)sta

5) Čilić 8-

Le cinque giornate di New York sono quelle che dai quarti di finale al trionfo su Nishikori hanno trasformato una stagione non trascendentale nel classico “punto di svolta” di una carriera. Il silent ban del 2013, l’ingaggio di Ivanisević, quindi il primo Slam: una sequenza sicuramente difficile da pronosticare. Per il resto una stagione di alti e bassi: malino sul rosso (con una sconfitta dilettantistica patita da Wawrinka a Montecarlo), sfortunato a beccare Djoković sia al Roland Garros che a Wimbledon ma comunque abile a dargli filo da torcere in ambo le occasioni, irriconoscibile al Master di fine anno. Quando è in giornata sembra devastante, ancora da registrare sotto il profilo della continuità: il 2015 sarà galantuomo. One-Slam man?