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OFI nel caos: gli investitori italiani frenano e il pericolo fallimento si fa più vicino

E’ di oggi la notizia della “scomparsa” di Gennaro Gattuso da Heraklion. L’allenatore italiano avrebbe dovuto tenere le prime sessioni di allenamento, ma, una volta arrivati al campo, i giocatori hanno trovato solo i suoi collaboratori, che non hanno saputo fornire una risposta all’assenza del tecnico. E’ poi arrivato un messaggio dalla società che calma gli animi: Gattuso è tornato in Italia per festeggiare il Capodanno con la sua famiglia e farà ritorno a Creta giovedì. I sospetti su un possibile abbandono della nave da parte del mister vengono quindi annullati.

Negli uffici della società si ha ben altro a cui pensare, infatti la cordata italiana che avrebbe dovuto versare una grossa cifra nelle casse dell’OFI (un milione di euro, a quanto si sa) non si è ancora decisa a compiere questa mossa. E non è proprio il caso di essere titubanti, dato che il 12 gennaio scadrà la proroga per la partecipazione alla Super League, se i cretesi non salderanno i propri debiti. Ritirarsi dalla competizione vorrebbe dire essere alla mercé dei creditori, con una possibile ipotesi di fallimanto, mentre per proseguire la battaglia in tribunale ci vuole liquidità. Inutile dire che la seconda eventualità sembri la migliore, ma, se il denaro non lo metteranno gli italiani, all’orizzonte non c’è nessun’altro disposto a investire a Heraklion.

Intanto, fioccano le richieste di rescissione del contratto da parte dei giocatori, stanchi di non essere pagati. Gattuso, come ha rivelato in alcune conferenze stampa, ha dato una mano anche economicamente ai suoi ragazzi, ma si è spesso dichiarato stanco di vedere professionisti che non danno il massimo in campo, nonostante le difficoltà. Antonis Petropoulos era uno di questi e ha infatti rescisso pochi giorni fa. Stessa sorte probabilmente toccherà a Méité e ad altri. Inutile dire che il mercato sia una chimera, stante la situazione di caos finanziario. Una crisi apparentemente senza fine, ma il cui epilogo sembra, purtroppo, vicino e tragico.