Alenichev contro tutti
Undici punti in 17 giornate, ultimo posto in coabitazione col Rostov, regolato a domicilio proprio prima della sosta, e i play out distanti soltanto un punto. Per come era iniziata, a Tula possono sorridere: due punti nelle prime undici, con una differenza reti di -17, e una rosa (figlia di un progetto ben preciso, già descritto dal nostro portale) decisamente inadatta alla massima serie. Ma Alenichev, tecnico della promozione che ha addirittura rifiutato un intrigante ritorno allo Spartak, ha sempre creduto nei suoi ragazzi, e, con la trasferta dello Strel’tsov, in casa della Torpedo, la situazione è migliorata; nove punti in sei gare, con sette reti siglate (più del doppio di quanto fatto nelle prime undici sfide) e lo sfizio di eliminare in trasferta lo Zenit negli ottavi di coppa di Russia.
In una interessante intervista al canale televisivo Pervij Tul’skij, Dmitry Alenichev si è confidato su numerosi aspetti, senza peli sulla lingua. Hulk, le decisioni della federazione e le sue stesse scelte gli argomenti principali, con alcuni spunti decisamente stuzzicanti.
“Il calendario? Gestito in maniera folle”- Come molti altri addetti ai lavori, anche Alenichev ha contestato la programmazione degli incontri nell’ultimo pentamestre del 2014. “E’ semplicemente senza senso giocare in inverno, con i palloni arancio, campi inguardabili e continui infortuni dei giocatori” ha affermato il tecnico. “Ci sono state tre settimane libere ad ottobre, due a novembre, e abbiamo giocato invece l’8 dicembre. Ma questo a chi ha compilato il calendario non interessa, perchè quei signori sono abituati a stare al caldo in zona vip, con un tazza di tè o un bicchiere di cognac, guardando i calciatori che prendono parte all’incontro, perchè dire che giochino mi sembra eccessivo, in condizioni del genere. Ci provano, ma non è calcio. E questi intelligentoni non si curano nemmeno dei bambini e delle donne che si trovano sugli spalti a -1o°”. “A decidere dovrebbero essere anche i capitani delle squadre. Finire il 15 novembre, tornando al sistema <primavera-autunno> sarebbe la scelta migliore” ha aggiunto Alenichev.
Hulk e la lingua russa-L’ex Porto parla anche del rapporto tra la lingua e gli stranieri. “Secondo me è fondamentale che i calciatori parlino tutti la stessa lingua. Si evitano complicazioni, equivoci, e inutili allungamenti delle sessioni di allenamento. Anche per i calciatori non è piacevole subire in continuazione questo tipo di interruzioni, dettate dalle varie traduzione degli esercizi e delle indicazioni” ha dichiarato. “Quando ero alla Roma dovevo prendere lezioni di italiano per contratto. Anche se non fossi stato obbligato l’avrei fatto, perchè mi sarebbe stato utile. Quando ho letto dello scontro verbale tra Matyunin e Hulk l’arbitro ha affermato che il brasiliano non parla nè russo nè inglese. Hulk è qui ormai da un pezzo, dovrebbe quantomeno rispondere alle interviste post gara in russo. Ma lui non l’unico, basti pensare a Capello, ad esempio. Prendete Bilic: subito dopo la prima gara parlò in russo, con errori certo, ma la gente capiva. Io proprio non capisco questa situazione, se uno va a lavorare all’estero dovrebbe cercare di integrarsi, non deve essere il contrario”
“Forse dovevano esonerarmi”-Spazio anche a una visione riepilogativa sul debutto nella massime serie del suo Arsenal. “Non ci snatureremo difendendoci e basta” ha affermato Alenichev. “Giocheremo all’attacco, senza ovviamente dimenticarci della nostra retroguardia. Stando sempre dietro la linea del pallone si fanno comunque pochi affari. A questo punto, però, dobbiamo cominciare anche a guardare la classifica, e su 13 giornate ne disputeremo soltanto 5 tra le mure amiche”. “Cosa cambierei di quanto fatto fino ad ora? Ho commesso alcuni errori, se siamo ultimi è colpa mia. In alcuni momenti abbiamo peccato di cattiveria, abbiamo subito psicologicamente i grandi avversari. Magari con qualcun altro i risultati sarebbero stati migliori, in ogni caso rimane tutto nelle nostre mani e ci proveremo fino all’ultimo per sistemare la situazione e garantire all’Arsenal la permanenza nella massima serie”