Il punto sulla Premier League: diciottesima giornata
Tutte in campo in una giornata, come ai vecchi tempi. Il Boxing Day riavvicina la Premier League al calcio di una volta e offre uno spettacolo d’altri tempi. Vincono le due di Manchester, insieme al Chelsea capolista; Arsenal e Tottenham ci sono, il Liverpool respira e il Southampton conferma che è uscito dalla crisi.
LOTTA PER IL TITOLO. Troppo Chelsea per il West Ham, che arresta il suo cammino. Lo 0-2 di Upton Park porta firme prestigiose, significative: Terry e Diego Costa sono la vecchia e la nuova guarda, il condottiero del Chelsea più vincente di sempre abbinato al volto di chi è chiamato a condurre la squadra di nuovo al titolo. Ma la marcia (sotto la neve) del Manchester City campione in carica rende ancora più interessante una lotta che vuole essere lotta a tre, perché lo United si riprende e non demorde: contro West Bromwich e Newcastle arrivano 6 punti di lotta e di classe pura (strepitoso Rooney) ad allungare la striscia positiva. Vero che i Blues distano 10 lunghezze ma i Red Devils non giocano in Europa e possono concentrarsi solo sul campionato di qui a maggio: ne vedremo delle belle.
ZONA EUROPA. Seconda vittoria consecutiva (1-3 a Selhurst Park) per il Southampton, lontano dall’incubo e nuovamente in corsa per il quarto posto, o comunque alla ricerca del calcio continentale. In sesta e settimana posizione ma vicinissimi alla zona Champions League i club del Nord di Londra, che col minimo scarto (2-1 e 1-2) piegano QPR e Leicester, resistendo al colpo di reni di Swansea e Liverpool, che la classifica vorrebbero accorciarla un po’. Boxing Day dedicato alla metà alta del tabellone, che guarda le piccole dall’alto verso il basso e limita le sorprese. Vola però lo Stoke, che infligge all’Everton il settimo ko del 2014-2015.
LOTTA SALVEZZA. Vincono tutte le grandi, si salvi chi può: diventa pesante l’1-3 in trasferta (in rimonta) dell’Hull City sul campo del Sunderland, risucchiato indietro dopo un match pure iniziato bene (gol di Adam Johnson dopo 1′). Nessun altro dà segnali di vita e l’aria inizia a farsi pesante: Neil Warnock paga con l’esonero i tormenti del Crystal Palace ma la sensazione è che sia solo il primo di una lunga lista e che a pagare siano sempre gli allenatori.