Come in un sogno
Credo che se i tifosi partenopei avessero scelto un modo di vincere questa Supercoppa Italiana, l’avrebbero voluto così. In rimonta, sempre dietro a quell’avversario che nemmeno ai tempi di Hamsik-Lavezzi e Cavani è riuscito a perdere in campionato: questa volta no, una vittoria derivante sicuramente da un pizzico di fortuna, come in ogni partita secca, ma da una caparbietà tipica di chi non aveva proprio voglia di perdere. Tevez getta nello sconforto dopo cinque minuti, poi Higuain riprende una partita che sembrava destinata a finire come al solito: ancora l’incubo Apache nel supplementare ma, a due minuti dalla fine, l’attaccante ex Real Madrid riporta la speranza in quel di Napoli: bene per lo spettacolo, bene come spot per il calcio italiano, male per la Juventus. I campioni non ci sono praticamente più, ma almeno facciamo divertire ogni tanto.
Benitez continua a non dare un’impronta vera alla propria squadra, anzi in difesa sembra quasi che l’estro dei singoli prevalga sull’organizzazione, mentre in attacco le pedine azzurre si muovono scientificamente come se fossero comandate con un joypad. Esattamente il contrario di Mazzarri e, seppur a tratti, si è rivisto il miglior Hamsik, quello decisivo in tante occasioni nella storia recente di questo club: al di là del palo colpito, nella prima mezz’ora è l’unico a provarci seriamente nel Napoli e più volte ha costretto i mediani bianconeri a ripiegare su di lui per impedire guai peggiori. E se costringi Vidal e Pogba a fare le due fasi sino in fondo, soprattutto il primo poi arriva annebbiato nella metà campo avversaria, basta vedere le cattive scelte fatte dal cileno nel secondo tempo. Lampi di Tevez fanno ben sperare in chiave Champions, ma Allegri avrebbe preferito chiudere questo 2014 con un successo, se non altro per continuare la tradizione vincente di Antonio Conte. Lo stadio, se così possiamo chiamarlo, è stato molto più che amico nei confronti della Juventus, ma questo non ha pesato più di tanto sull’andamento della partita. Ecco, se in futuro per favore tornassimo a giocarla nei nostri stadi non sarebbe male: cornice di pubblico fredda, più da teatro che da stadio, e tanti seggiolini vuoti nonostante il tutto esaurito preannunciato.
Adesso arriva il bello per il Napoli, il tempo di festeggiare un trofeo sudato e cercato dagli azzurri, seppur restino alcuni punti di domanda. Gabbiadini è davvero il giocatore che può far fare al Napoli il salto di qualità? Con che spirito Higuain lotterà per un semplice terzo posto, dopo aver dimostrato di poter fare la differenza a livelli ben più alti? David Lopez-Gargano è un centrocampo che può permettere agli azzurri di puntare al podio? Domande semplici che però, al momento, restano senza risposta. Un interrogativo i tifosi napoletani però se lo sono tolto: che Rafael non sia il miglior portiere del campionato è palese, ma non è nemmeno quella che scarpa che i tifosi credono che sia. E non per i rigori parati, ma per aver tenuto in piedi la baracca quando Tevez cercava di sfondarla a suon di cannonate.