Home » Veni, vidi, vici: il ritorno vincente del Principe Milito

Chissà quante immagini saranno passate nella testa di Diego Milito quando l’arbitro Diego Ceballos ha fischiato la fine di

Racing-Godoy Cruz decretando così la vittoria del 17esimo titolo della storia dell’Acádemia (nome dato alla squadra quando vinceva tutto nel primo ventennio del secolo scorso). Forse i ricordi dell’ultimo successo nel 2001, in cui l’attaccante era presente, con quella sfida decisiva contro il Lánus che aveva fatto sì che si rompesse un digiuno di trentacinque anni segnato dalla “maledizione dei sette gatti neri”.

Milito aveva lasciato quest’estate l’Inter per tornare a trentacinque anni nella squadra dove era cresciuto, dando vita con il suo ritorno a casa all’entusiasmo dei tifosi biancocelesti. L”euforia iniziale venne smorzata da alcuni risultati negativi culminati con la sconfitta della quinta giornata nel Clásico contro l’Independiente, in cui gli odiati rivali resero vano il vantaggio proprio di Milito (in quel momento al secondo dei sei gol totali realizzati in stagione) ribaltando il risultato e imponendosi 2-1 alla Doble Visera.

Milito col trofeo del 2001
Milito col trofeo del 2001

Da quel momento però qualcosa nella testa dei giocatori di Cocca è cambiato (e anche in quella dell’allenatore stesso, capace di dimostrare grande personalità non piangendo sulla dolorosa sconfitta ma guardando subito avanti a una campionato che aveva ancora 14 giornate da disputare) e la scintilla è stata, a mio parere, la rimonta nella partita sospesa per pioggia contro il Boca Juniors. L’unico intoppo da quel momento sono stati una sconfitta casalinga contro l’Atlético de Rafaela e un pareggio sul campo dell’Olimpo, ma il vero capolavoro sono state le ultime sei partite: sei vittorie tra cui quella fondamentale nella terzultima giornata contro la capolista River Plate che è valsa il sorpasso e la testa della classifica per il Racing. Certo, Milito e compagni sono stati favoriti dal fatto che i Millonarios avessero scelto come obiettivo la Copa Sudamericana schierando quasi tutte le riserve nella sfida decisiva per il titolo locale, ma in altri tempi (non troppo lontani) la squadra di Avellaneda avrebbe probabilmente fallito un’occasione di questo tipo. Invece questa volta non è successo, merito di una squadra che ha interpretato al meglio il 4-4-2 del suo allenatore e in cui è salito in modo vertiginoso il rendimento del regista Videla e dell’esterno Gaston Díaz, autore di una miriade di assist tra cui quello per la rete di Centurión nella partita contro il Godoy Cruz, oltre a quello di Gustavo Bou di cui parleremo più avanti.

Ora, tra i festeggiamenti obbligatori, la testa di dirigenti, staff e giocatori del Racing è già alla prossima stagione in cui i biancocelesti torneranno a giocare la Copa Libertadores undici anni dopo l’ultima volta. Inutile dire chi abbia segnato l’ultimo gol nella massima competizione del Sudamerica per l’Acádemia: fu ovviamente el Principe, anche se questo non bastò a evitare l’eliminazione ai rigori negli ottavi di finale contro l’America de Calì.

La Champions vinta con l'Inter
La Champions vinta con l’Inter

Quello che avrà in più però in questa occasione Milito è l’esperienza e il sapere come si vince essendo decisivi, cosa fatta anche in campo internazionale nel 2010, anno in cui conquistò la Champions League con l’Inter da assoluto protagonista realizzando una storica doppietta nella finale di Madrid contro il Bayern Monaco. Ironia del destino, proprio come in quella finale del 2010, di fondamentale importanza è stata la doppietta nel 3-0 in trasferta sul Rosario Central della penultima giornata.. Tutta questa consapevolezza nei propri mezzi servirà al Principe per aiutare ancora di più un Racing dimostratosi umile e all’altezza della situazione con giocatori che hanno reso anche al di sopra di ogni più rosea aspettativa. Penso soprattutto a Bou, attaccante classe 1990 che aveva sempre segnato pochissimo tra River Plate e Olimpo, e che invece ha segnato in questo campionato dieci gol (uno solo in meno dei capocannonieri Pratto, Maxi Rodríguez e Romero).

Non c’è quindi da stupirsi se, durante la premiazione per la vittoria della Primera División, tutti i 64mila presenti al Cilindro di Avellaneda abbia tenuto l’ovazione più grande per quando lo speaker ha pronunciato queste parole “Y ahora…Diego Alberto Milito” per un campione capace di centrare l’obiettivo al primo tentativo. Veni, vidi vici.