Possiamo andare fino in fondo
In Europa League intendo, eh. Il titolo non sia fuorviante: la Juventus ora come ora non le ha neanche nei sogni le forze per arrivare alla finale di Champions. Magari mi smentirà, e in tal caso saremmo contenti tutti; ma sperare realmente che i bianconeri possano competere e magari battere potenze quali il Barcellona, il Real Madrid, il Bayern Monaco, è pura utopia. Per adesso c’è il Borussia Dortmund, che non se la passa benissimo in Bundesliga, e i gialloneri sono assolutamente battibili; è andare oltre che diventerebbe piuttosto dura. Dunque: possiamo arrivarci fino in fondo, sì: ma intendevo in Europa League.
Dall’urna di Nyon sono usciti incroci interessanti, ma assolutamente favorevoli alle italiane. Le sfide più difficili, per Torino e Fiorentina; l’Athletic Bilbao, squadra retrocessa dalla Champions, è qualitativamente migliore di un Toro che cercherà di mettere in campo tutta la sua grinta per sperare di superare i sedicesimi. Il Tottenham ha pure qualità, e non sarà semplice per la Fiorentina batterlo, soprattutto per i consueti problemi di formazione che attanagliano Montella, chiamato a far fronte ai continui infortuni dei suoi attaccanti e alla condizione di un Mario Gomez lontanissimo parente del campione ammirato al Bayern Monaco.
Diversa la situazione per Napoli, Inter e Roma. Il Trabzonspor, per quanto insidioso possa essere, è un avversario assolutamente alla portata degli azzurri: la squadra Benítez dovrà farne un sol boccone. Il Celtic, per l’Inter, sì pericoloso ma tecnicamente inferiore. Per i giallorossi, invece, il Feyenoord neanche può considerarsi un avversario “duro”: costruita per lottare in Champions League, questa Roma dovrebbe riuscire a fare man bassa di vittorie nell'”Europetta”. Certamente, il calcio non è matematica, e 2+2 non fa sempre quattro. Ci sono tante caratteristiche, troppe variabili in ballo, e figuriamoci se una squadra che di recente ha viaggiato con la testa sulle montagne russe può garantire quella fiducia che servirebbe per far capire ai suoi tifosi, e agli amanti del calcio italiano, che bisogna star tranquilli, perché quel talento che si ha in rosa si è in grado di metterlo sempre in pratica. Così non è, questa Roma è un’altalena di emozioni, ha la testa piuttosto instabile, quando vince si esalta e quando perde si scoraggia troppo. Il mercato di gennaio dovrà essere fatto con criterio: Sabatini è al lavoro per portare a Trigoria un altro difensore – perché Manolas, Yanga-Mbiwa e Astori, in tre, non fanno il partito Benatia – e magari un portiere (che non sia Neto) dato che De Sanctis non dà più tutta questa fiducia.
Roma che comunque, qualora ritrovasse la testa, può arrivare fino in fondo, così come può arrivarci il Napoli: Benítez dà il meglio di sé fuori dai nostri confini. Il calcio italiano, oramai lo abbiamo capito, non fa per lui: sia ai tempi dell’Inter, sia adesso che è alle pendici del Vesuvio, il suo modo di far giocare i suoi ragazzi non risulta vincente nella nostra tanto amata Serie A. In Europa, invece, meglio: l’anno scorso Napoli eliminato dalla Champions nonostante i 12 punti conquistati nel girone (poi l’Europa League fu affrontata con la stessa cattiveria di un gattino neonato alle prese con il colostro materno) e San Paolo che in Europa dava tutt’altro tipo di brividi ed emozioni. Infine, l’Inter: Mancini ieri sera ha centrato la sua prima vittoria al ritorno sulla panchina nerazzurra. Ci è riuscito, finalmente. Il Celtic non è mica facile da battere, ma anche in questo caso l’esperienza accumulata in giro per il mondo può consentire al tecnico di Jesi di spingere i suoi ragazzi verso il passaggio del turno.
Passare i sedicesimi, poi giocarsi gli ottavi guardando però ancora più avanti: la Champions è invincibile ora come ora. L’Europa League… sembra un tunnel con una luce lontana ma ben visibile, laggiù in fondo. Basta crederci innanzitutto; poi… alzare la testa e iniziare a correre.