Mondo A-League, 9/a puntata: il momento d’oro dei vicini di casa
Spesso nell’ombra del vicino di casa australiano, il calcio neozelandese vive di attimi, di pochi momenti di prestigio. Per metter su una squadra professionistica l’hanno dovuta iscrivere alla A-League, e certo non deve essere facile praticare il calcio nel paese degli All Blacks. Il campionato locale è tutto tranne che professionistico e la Champions League della OFC – dall’addio della Football Federation Australia in poi – è un torneo interessante ma poco probante per le formazioni kiwis, quasi sempre vincenti.
L’unica valvola di sfogo, insieme alle gesta dei Wellington Phoenix nel campionato australiano, è la partecipazione della squadra campione continentale a livello di Oceania al Mondiale per Club. Quasi sempre parliamo di un club neozelandese – anche per il divario tecnico rispetto ai campionati di Figi, Isole Salomone, Vanuati e Polinesia francese – e quasi sempre si tratta dell’Auckland City, ormai un abitué.
Solitamente, l’avventura dei dilettanti di Auckland nella FIFA Club World Cup dura il tempo di una partita, il preliminare per l’accesso al tabellone principale. Per dei giocatori abituati a lavorare oltre che a giocare a football, partecipare ed essere coinvolti in una manifestazione simile è già tantissimo, ma quest’anno è arrivata una replica dell’impresa del 2009, quando l’Al-Ahli (Emirati Arabi Uniti) cadde sotto i colpi di Dickinson e Coombes. Da lì in poi solo sconfitte, sino a quest’anno, quando Auckland s’è tolta lo sfizio di zittire 35 mila spettatori: contro i campioni marocchini del Moghreb Tétouan, lo 0-0 ha retto non solo 90′ ma 120′, sino al 3-4 dei rigori.
Eroi di giornata – dopo una gara giocata in maniera attenta e compatta – Payne, Irving, White, Issa e soprattutto Ramon Tribulietx, tecnico catalano che a 42 anni ha pensato pure di tornare a indossare gli scarpini con la maglia del Warkworth AFC in una serie minore. La corsa di tutti i Navy Blues al termine della sequenza dei rigori ci racconta di un calcio lontano dal professionismo eppure coinvolto nella manifestazione che unisce, sotto l’egida della FIFA, il calcio di tutte le latitudini, ci racconta di uno sport che si prende sul serio e crede nei suoi sogni.
Resta un paradosso che, molto probabilmente, l’Auckland City non sia la squadra più forte di Nuova Zelanda, perché i Wellington Phoenix – reduci da un brillante 1-3 in casa del Newcastle – possono contare su un’organizzazione e un organico di professionisti. Ci vorrebbe come una Supercoppa tra i campioni di Nuova Zelanda (e di Oceania) e l’unico club kiwi che partecipa a una lega professionistica, per farne un po’ la festa di tutto il movimento neozelandese. Il fatto che le due squadre appartengano non solo a due federazioni ma proprio a due confederazioni internazionali (OFC e AFC) resta uno scoglio burocratico, superabile solo se lo si vuole. Da una maggiore sinergia gli All Whites – che in Italia ricorderemo per l’1-1 di Nelspruit al Mondiale 2010 – avrebbero tanto da guadagnare.
Mentre la Nuova Zelanda si gode l’impresa di Auckland al Mondiale per Club e la presenza dei Phoenix nella zona playoff della A-League, Perth si conferma micidiale in casa come in trasferta, e riesce a vincere da una situazione di svantaggio sul campo del Sydney FC. Gli Skyblues, avanti grazie a un rigore (dubbio) di Smeltz, si fanno rimontare da Griffiths e Keogh (ancora su rigore), per l’1-2 che sposta una bella fatta di classifica là davanti.
Frattanto, i Melbourne Victory non tradiscono, per restare in scia e mettere pressione alla capolista: 0-3 sul campo dei disastrati Central Coast Mariners, ancora a secco di successi e in piena crisi tecnica.
Melbourne City si gode l’1-0 dell’AAMI Park sui Brisbane Roar, Adelaide regola 2-0 i Western Sydney Wanderers, ultimi della classe, incapaci di imporre il proprio gioco (80% di possesso palla dei Reds, 26 conclusioni contro 1) e reduci da una disputa sindacale coi vertici del club per una più equa distribuzione dei ricavi della (imminente) partecipazione al Mondiale per Club. Spiranovic e compagni ritenevano il 10% una percentuale troppo bassa e la sensazione è che possano non avere torto, al netto di stipendi per nulla paragonabili a quelli del calcio europeo e soprattutto per via del percorso faticoso e lungo compiuto per arrivare sul tetto dell’Asia.
Privi di successi in campionato, ultimi in piena difficoltà a realizzare con continuità, spremuti dai viaggi internazionali in tutta l’Asia in quello che per gli altri è stato semplicemente il precampionato, i Wanderers affronteranno sabato i campioni del Centro Nord America del Cruz Azul.
Senza i favori del pronostico, contro un avversario di maggiore spessore: come piace a loro, come accade sempre. A Tony Popović il compito di smentire un’altra volta il pronostico, mettere da parte le enormi difficoltà della A-League 2014-2015 e guadagnarsi una semifinale da sogno contro il Real Madrid.
Hyundai A-League – 9/a giornata
Sydney FC-Perth Glory 1-2
Central Coast Mariners-Melbourne Victory 0-3
Newcastle Jets-Wellington Phoenix 1-3
Adelaide United-Western Sydney Wanderers 2-0
Melbourne City-Brisbane Roar 1-0
CLASSIFICA: Perth 22, Melbourne Victory 21, Adelaide 20, Sydney FC 16, Wellington 15, Melbourne City 9, Brisbane 7, Central Coast Mariners 6, Newcastle 4, Western Sydney 3