Nella prima metà degli anni ’80, un roccioso difensore spagnolo si costruì una pessima reputazione a causa di alcuni interventi killer sugli avversari. Avversari famosi, i cui danni subìti amplificarono le gesta di colui che venne ribattezzato “Il macellaio di Bilbao“. Ecco a voi la storia di Andoni Goikoetxea.
Orgoglio basco
Andoni Goikoetxea Olaskoaga nasce ad Alonsotegi, nella provincia spagnola di Biscaglia, il 23 maggio 1956. Inizia calcisticamente nell’Arbuyo, passando ancora minorenne all’Athletic Bilbao. Nella stagione del debutto (1974-75) milita nel Bilbao Athletic Club, la squadra B. Grazie a 8 reti in 25 partite compie naturalmente il salto in prima squadra, collezionando due apparizioni in Coppa del Re. Da allora conquista un posto da titolare, giocando nel ruolo di stopper e mettendo in mostra uno stile di gioco aggressivo, concreto ed efficace. Goikoetxea è dotato di un fisico solido – 185 cm per 81 kg – che sfrutta con notevole ferocia sugli attaccanti avversari. Questa caratteristica ne farà un beniamino dei propri tifosi, ma si attirerà senza dubbio anche grandi antipatie, come vedremo.
Consacrazione
Dopo alcune stagioni in cui viene utilizzato a corrente alternata, diventa inamovibile nell’undici basco a partire dall’annata 1979-80. Il suo rendimento è regolare, si segnala anche per la pericolosità degli inserimenti offensivi e per una tendenza marcata a collezionare cartellini. Al termine della carriera (solo in campionato) ne conterà 66 gialli ed 8 rossi. Con l’Athletic Bilbao vince due volte di fila la Liga nel 1983 e 1984, la Coppa del Re 1984 e la Supercoppa 1985. Ormai tra i difensori spagnoli più in vista, esordisce in Nazionale il 16 febbraio 1983 contro l’Olanda. Con la rappresentativa disputa l’Europeo 1984, giungendo secondo dietro alla Francia di Platini. Ai successivi Mondiali 1986 va a segno agli ottavi nel 5-1 alla Danimarca, l’ultimo dei suoi quattro gol internazionali. Prende parte anche ad un’altra edizione continentale, a Germania ’88.
“Il macellaio di Bilbao”
Il suo gioco fisico, quasi asfissiante sull’avversario diretto, ed una certa cattiveria negli interventi lo pongono al centro di numerose polemiche. Anche a causa di alcune entrate killer rimaste famose, in particolare su giocatori del Barcellona: nel 1983 è lui, con una terribile scivolata da tergo, a fratturare la caviglia sinistra di Diego Armando Maradona. A causa di quell’intervento assassino, l’argentino perderà il 30% della funzionalità dell’articolazione. Trattandosi proprio del piede preferito del “Pibe de Oro”, il calcio ha rischiato di non vedere scritte le successive pagine dell’epopea del campionissimo argentino. Se Goikoetxea ha solo rischiato di rovinare la carriera di Maradona, si può dire ci sia riuscito invece con Bernd Schuster. Nel 1981 il biondo centrocampista tedesco è, a soli 21 anni, già tra i migliori d’Europa. Campione con la Germania Ovest all’Europeo 1980, arriva per due volte consecutive sul podio del Pallone d’Oro. Ma un brutale tackle di Goikoetxea sul ginocchio destro gli fa perdere un intero anno, quello del Mondiale spagnolo. Schuster, guarito, non ritornerà più sui livelli d’eccellenza precedentemente toccati. Lo stopper basco si vede affibbiare il truce nomignolo di “macellaio di Bilbao”. Una circostanza che lo fa ricordare ancora oggi. Nel 2007 “The Times” lo ha nominato quale calciatore più violento della storia.
Ritiro e panchina
Con la Nazionale chiude nel 1988 (39 presenze), un anno dopo aver lasciato la squadra di una vita per passare all’Atlético Madrid. Si ritira nel 1990. Diventa allenatore e raggiunge discreti risultati alla guida della selezione spagnola Under 21: nel Campionato Europeo di categoria arriva al terzo posto nel 1994 ed al secondo (perdendo in finale contro l’Italia) nel 1996. Valorizza elementi del calibro di Sergi Barjuán, Julen Guerrero, Gaizka Mendieta, Kiko, Raúl, Morientes. E’ assistente di Javier Clemente al Mondiale di USA ’94. Nella stagione 1996-97 porta il Salamanca alla promozione nella Liga. Dopo altre esperienze in patria, dal 2013 è Commissario Tecnico della Guinea Equatoriale.