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Abbasso gli stranieri, l’insolito caso dell’Arsenal Tula

In Russia si discute spesso di quale sia il limite sugli stranieri migliore per consentire alle squadre di competere a un certo livello in Europa e, allo stesso tempo, di permettere ai giovani calciatori russi di avere spazio nella massime serie per crescere e mettersi in mostra, soprattutto in ottica nazionale. A Tula, città di 600 mila abitanti situata a 200 km a sud di Mosca, non hanno di questi problemi: l’Arsenal, infatti, ha adottato una drastica politica nazionalista, decidendo di non tesserare alcun giocatore straniero. Un non russo a dir la verità ci sarebbe, Mladen Kashchelan, montenegrino di passaporto ma, a detta di Alenichev, talmente integrato nel paese da parlare la lingua meglio di tanti autoctoni. Un caso abbastanza insolito quello dell’Arsenal, perchè non ha origini regionali o territoriali (nonostante in Russia ci siano molte zone che pretendono l’indipendenza, come la Cecenia) ma è frutto di una strategia professionale e di gestione delle risorse ben precisa: l’Arsenal vuole raggiungere i risultati attraverso la formazione e la crescita dei calciatori russi. Potrà sembrare un’esasperazione, come di fatti è, ma non è un’idea senza capo ne coda.

Tula, città nota per i Samovari, teiere decorate minuziosamente, ha fatto il suo debutto quest’anno nella massima serie, dopo una splendida scalata che in tre anni ha visto altrettante promozioni. Alla guida dell’Arsenal c’è Dmitry Alenichev, ex giocatore di Roma, Porto e Spartak: proprio questi ultimi lo hanno contattato in estate prima di virare su Yakin, ma lui ha deciso di rimanere a Tula, perchè il progetto è interessante e, come ha dichiarato lui stesso, lo Spartak ha bruciato troppi allenatori negli ultimi tempi. E Alenichev, con umiltà, ha deciso di intraprendere il medesimo progetto di crescita che vogliono portare a termine i suoi giovani calciatori.

L’inizio è stato complicatissimo: 2 punti in 11 partite (nonostante 7 partite in casa), 3 gol fatti e 20 subiti. Una squadra forse inadatta per un campionato tosto come quello russo. Ma a Tula sono stati bravi a dare fiducia alla scelta estiva, e i risultati stanno cominciando ad arrivare. Oltre alla clamorosa qualificazione ai quarti di coppa di Russia, ottenuta rimontando due reti a domicilio allo Zenit, sono arrivate due vittorie in tre partite. Qualcosa di decisamente inaspettato, soprattutto perchè ieri,  con l’Amkar, è stato un dominio, un assolo che ha visto l’Arsenal segnare in una sola gara lo stesso numero di reti che aveva realizzato nelle precedenti 13. Ma quel che ha impressionato di più è il gioco di una squadra dal talento medio non eccelso. Gli interpreti di maggior rilievo della compagine sono alcuni scarti dello Spartak Mosca come Zotov, Maloyan e Ryzhkov, il veterano portiere Filimonov e l’arcigno mediano Smirnov, che tempo fa col gemello esaltava le genti in quel di Vladivostok, sul mar del Giappone. Poi una serie di giocatori che ha cambiato una serie infinita di maglie tra prima divisione e massima serie, senza grossi risultati. A conti fatti, una rosa del genere nell’attuale serie cadetta non riuscirebbe a centrare la promozione. Eppure Alenichev ha plasmato in loro quella spensieratezza e quell’entusiasmo che potrebbe regalare loro una clamorosa quanto insperata salvezza. Ma la strada è ancora lunga e la classifica piange, come ha ammonito Ryzhkov: “Non ha senso guardare ora la classifica, i conti li faremo alla fine. Se lo meriteremo ci salveremo, altrimenti vorrà dire che non abbiamo lottato abbastanza. Un anno fa nessuno avrebbe pensato che avremmo ottenuto la promozione, stessa cosa ora. Noi pensiamo a noi stessi, poi si vedrà.”

Alenychev si è presentato con un sorriso enorme in conferenza stampa dopo il 4-0 all’Amkar, accolto da numerosi applausi:”L’ultima volta che mi avete battuto le mani è stato in FNL, quindi vuol dire che stiamo lavorando bene. L’Amkar non ha creato nulla e potevamo segnare altri. Detto questo non ha senso farsi prendere dall’euforia. Mi limito a ringraziare tutti, perchè fino a qualche anno fa a Tula il grande calcio lo potevamo soltanto sognare. Questa squadra ha tutte le carte in regola per intraprendere il cammino del Krasnodar, fondato sei anni fa e divenuto oggi una delle principali realtà di Russia”

L’Arsenal resta fanalino di coda ma l’Amkar, appunto, il Rostov e l’Ural hanno perso, tornando invischiate nella lotta per non retrocedere. Ce la faranno Alenychev e i suoi in questa impresa?