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Se ieri fosse oggi: alcuni Mondiali di Formula 1 calcolati con i punteggi attuali

Il paradosso del Naso di Cleopatra indica una serie di ragionamenti, legati alla Teoria degli imprevisti, che portano a ipotizzare differenti esiti per famose vicende storiche. Se il naso della Regina egizia non fosse infatti stato così delizioso, come riportato dalle testimonianze dell’epoca, “né Cesare né Marc’Antonio si sarebbero innamorati di lei e la storia dell’Impero Romano sarebbe stata completamente diversa”.
Supponendo di giocare con la Formula 1 attuale, si potrebbe tentare una variazione nei metodi di calcolo di punteggio adoperati negli anni per assegnare l’alloro mondiale. Ciò porterebbe a un’ucronia di  risultati, i quali avrebbero potuto far concludere in maniera diversa vari Mondiali.

Pensando al film Rush e al suo successo, non si può non fare subito riferimento al campionato del 1976, vinto da James Hunt per un punto su Niki Lauda. Il conteggio dei punti era quello canonico, utilizzato per circa trent’anni (dal 1961 al 1990) che assegnava 9 punti al primo classificato, 6 al secondo, 4 al terzo, 3 al quarto, 2 al quinto e 1 al sesto. Adattando oggi la nuova regola del raddoppio dei punti nell’ultima gara, scopriremmo che gli originari 69 punti di Hunt diverrebbero 73, con Lauda fermo ai suoi 68, a causa del ritiro durante il secondo giro del Gran Premio conclusivo.

Se invece volessimo applicare i parametri di oggi, ovvero 25 punti al vincitore, 18 al secondo, 15 al terzo, 12 al quarto, 10 al quinto, 8 al sesto, 6 al settimo, 4 all’ottavo, 2 al nono e infine 1 al decimo, il Mondiale incoronerebbe un altro trionfatore. Lauda infatti sopravanzerebbe Hunt di due lunghezze: 207 a 205. Risultato che però muterebbe ancora una volta se dovessimo raddoppiare i punti dell’ultimo Gran Premio: il titolo tornerebbe nelle mani dell’inglese con 220 punti.

Nel 1982, anno tragicamente famoso per gli incidenti di Didier Pironi, Gilles Villeneuve e Riccardo Paletti, questi ultimi due fatali, nell’ultima gara si contesero il Mondiale Keke Rosberg e John Watson, con la vittoria del finlandese per 44 punti contro i 39 del britannico. Raddoppiando i punti della competizione finale, non muterebbe la classifica, ma il distacco si ridurrebbe a un misero punto: 46 a 45.
Se gareggiasse oggi, Rosberg festeggerebbe il titolo con 155 punti contro i 133 di Watson; punti che, in caso di raddoppio finale, diventerebbero 165 a 151.

L’edizione del 1988 fu estremamente avvincente soprattutto in virtù del dualismo fra Ayrton Senna e Alain Prost. Terminò con la vittoria del brasiliano per 90 punti contro gli 87 del francese. All’epoca valeva la regola degli “scarti”: venivano infatti calcolati soltanto i migliori 11 risultati in stagione. In virtù di ciò, sebbene Prost avesse globalmente ottenuto più punti (105) rispetto a Senna (94), fu quest’ultimo a salire sul primo gradino del podio. Con il raddoppio finale Senna guadagnerebbe 100 punti, ma Prost lo supererebbe di 14.
Secondo il metodo attuale, invece, quest’ultimo schizzerebbe a 301, con il rivale distaccato a 275. Con il raddoppio dei punti, il francese ne otterrebbe ben 326, mentre il pilota di São Paulo ne conterebbe 293.

Passando a un campionato più prossimo, deciso sul filo di lana in maniera favorevole alla Ferrari, possiamo rivolgerci al 2007, che battezzò Räikkönen campione, per 110 punti, su Lewis Hamilton secondo a 109. Un divario che aumenterebbe grazie al raddoppio dei punti finali (120 per il finlandese, con l’inglese fermo a 111) fino quasi a far dimenticare l’epilogo imprevedibile di quell’edizione.
Se il campionato fosse invece quello odierno, Räikkönen chiuderebbe a 272 punti, ampliati a 297 in caso di raddoppio finale; mentre Hamilton giungerebbe secondo con 265 punti e 271 grazie al raddoppio.

Ciò che spicca, in questi paradossali riconteggi, è la quasi totale aderenza ai risultati dell’Albo d’Oro: mutano i sistemi e quindi i punti, ma non i vincitori. Infatti solo in un caso il raddoppio dei punti finali rivoluzionerebbe l’esito del Mondiale: nell’annata 2008. Felipe Massa, secondo per un punto dietro a Lewis Hamilton, invece di 97 punti ne avrebbe avuti 107, contro i 102 del rivale. In quasi tutti i riconteggi l’italo-brasiliano avrebbe quindi potuto vedere il proprio nome vergato fra quelli dei vincitori del  Campionato di Formula 1, ma, come recita il proverbio, con i se e con i ma non si fa la storia.

(Un ringraziamento a Pietro Luigi Borgia, per la preziosa consulenza su calcoli e riconteggi.)

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