Il ballo delle cenerentole

Le qualificazioni continentali, oltre alle dispute tra nobili in decadenza e rampanti attendenti, sono l’occasione per puntare il telescopio mediatico su quei mondi lontanissimi che sono le nazionali di campionati solitamente non visibili ad occhio nudo. E a volte, con sorpresa, si scopre che c’è vita anche su queste comete, nel firmamento delle stelle d’Europa.

Andando ad un passato ormai remoto, trent’anni fa in Italia ci si stupiva a vedere giocare la Nazionale campione del mondo di Rossi e Bearzot sul campo di Nicosia, a Cipro, dove mancava quasi del tutto l’erba e sul battuto spelacchiato emergeva qualcosa di molto simile a un tombino. All’epoca la distanza tra gli estremi di classifica in un girone si misurava in termini di goleade. Eppure, anche allora poteva capitare che le grandi perdessero punti in quelle trasferte (nel caso specifico, febbraio ’83, l’Italia pareggiò per 1-1, determinando la perdita di punti preziosi rispetto alla Romania, che infatti andò all’Europeo al posto degli azzurri).

In tempi molto più recenti, la resistenza dell’Armenia – che di una cenerentola, per la verità, ha più il palmares che lo scarpino – è costato alla Nazionale di Prandelli il ruolo di testa di serie agli ultimi mondiali, con conseguenze che hanno inciso sulla composizione dei giorni (nel nostro, come è ben noto, trionfò il Costa Rica, la “squadra materasso” che costrinse diversi addetti ai lavori a reperire info su Wikipedia). Del resto, pochi giorni prima del debutto mondiale, fu il Lussemburgo, a fermare l’Italia in amichevole.

E tornando all’ultimo turno di qualificazione, anche in questi giorni non son mancate le sorprese. A farne le spese, prima di tutto la Grecia, sconfitta dalla rappresentativa delle isole Far Oer. Contro questo scoglio, è finita l’avventura ellenica di Claudio Ranieri, esonerato dopo la sconfitta interna per 1-0.

Un’altra rappresentativa isolana, quella di Malta, ha invece bloccato la Bulgaria, nel nostro girone, dando seguito alla buona prova già disputata contro l’Italia. Ancora a zero, la debuttante Gibilterra, come del resto anche l’Andorra. Mentre il Liechtenstein di punti ne ha già 4.

Ma certamente, il risultato più eclatante, per la sua assolutezza storica, più che per la ricaduta in classifica, è il punto conquistato dalla Nazionale di San Marino contro l’Estonia, il primo in assoluto in una qualificazione europea. Per la squadra dell’enclave italica, il risultato positivo arriva a più di dieci anni dall’ultimo pareggio, ottenuto sempre contro una nazionale del baltico, la Lettonia. Mentre per un altro pareggio, bisogna andare all’amichevole del ’93 con la Turchia. L’unica vittoria di San Marino, risale all’amichevole con il Liechtenstein di dieci anni fa. Da quelle parti, l’impresa più eclatante resta comunque il gol di Gualtieri all’Inghilterra dopo 8,3 secondi, il più rapido nella storia delle qualificazioni mondiali (grazie ad uno scellerato retropassaggio di Stuart “Psycho” Pierce). Ma ora, sull’onda dell’entusiasmo, si punta alla prima vittoria in competizioni ufficiali.

Piccole storie di calcio, vita da micronazionali di microstati, disperse nelle profondità del ranking FIFA. Lì dove si gioca per le emozioni di un giorno e si festeggiano traguardi superiori alla realtà tecnica come fossero miracoli patronali. E’ il folk del calcio, la parte avulsa del pronostico. L’equivalente odierno della vittoria degli Usa sull’Inghilterra, ai mondiali del ’50. Ogni tanto, da qualche parte in Europa, anche oggi Cenerentola si prende le sue piccole soddisfazioni.

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Paolo Chichierchia