L’avevamo lasciata a Sölden in fondo all’ordine d’arrivo, solitaria e surclassata da un manipolo di sciatrici ai più sconosciute. O forse l’avevamo lasciata alle celebrazioni olimpiche di Soči dopo la medaglia d’oro in discesa libera. È tornata a Levi, nella città finlandese, su una pista lenta, a tratti paludosa e adatta alla sua incredibile potenza muscolare nelle gambe. Tina Maze domina entrambe le manche e si aggiudica il primo slalom speciale dell’anno col pettorale n. 13 col tempo di 1’55”15 davanti alla svedese Frida Hansdotter e all’austriaca Kathrin Zettel, staccata di 0,52”.
Ha deluso Mikaela Shiffrin (undicesima a 2”07 dalla Maze), risultato figlio di due componenti: una prima manche condotta a ritmi bassissimi e senza troppa convinzione sul muro ghiacciato che portava al traguardo, in secondo luogo una trasferta mal gestita logisticamente dal suo staff. La diciannovenne statunitense è giunta solo giovedì notte a Levi con un volo dal Colorado (quasi venti ore d’aereo) e nelle prove di venerdì non è riuscita a smaltire lo sbalzo d’orario e di alimentazione.
Nota di merito, infine, per la nostra Manuela Moelgg che non si è avvicinata nemmeno lontanamente al podio ma è stata protagonista di una clamorosa rimonta: 27esima nella prima manche, ha chiuso la gara al 12esimo posto col pettorale n. 52. Una prestazione che potrebbe farle ripensare il paventato addio allo slalom. Aspen ci dirà tutta la verità, nient’altro che la verità.