Con un doppio 7-6 l’americano Austin Krajicek ha avuto la meglio sul gigante croato Mate Delic nel secondo turno del Challenger di Brescia. Il mancino statunitense, interprete di una tattica sempre più estinta come il serve and volley, ha scambiato qualche battuta con il nostro inviato al termine della sfida.
E’ stato un match molto tirato ed equiibrato. Due tie break, nessun break; la partita si è decisa su pochi punti: cosa ha fatto la differenza?
Abbiamo entrambi servito molto bene, è stata molto dura avere chance in risposta. Nel secondo set ho avuto tre palle break, quindi ho avuto una possibilità, ma in tutte quelle occasioni ha giocato bene lui. Il tie break è un terno al lotto, ho cercato di condurre sin dall’inizio con un minibreak nei primi punti per gestire meglio la pressione. Sono contento perchè ho giocato meglio i punti che contavano.
Secondo quarto di finale consecutivo dopo Ortisei. Solitamente gli americani amano giocare a casa (questa settimana ad esempio c’è Champaign) mentre sono decisamente restii a viaggiare nel vecchio continente. Come mai avete fatto una scelta diametralmente opposta?
Ho sempre amato l’Europa, mi piace stare qui e ho già giocato questi tornei; credo che per migliorare sia necessario confrontarsi con realtà diverse e con giocatori differenti.
Siete uno degli ultimi giocatori che attuano la tattica del serve and volley. Questa superficie ti spinge ad attaccare ancora di più?
E’ un campo molto veloce, la palla schizza via e giocare aggressivo risulta produttivo. Nel circuito i campi sono lenti, qui le condizioni mi piacciono.
Krajicek nei quarti affronterà l’ucraino Ilya Marchenko, che ha fatto fuori alla distanza Filip Krajinovic.