Il punto sulla Premier League: undicesima giornata
L’undicesima giornata conferma le tendenze già in atto, legittima alcuni sogni e ne ridimensiona degli altri. A guidare le danze è sempre il Chelsea, che passa sul campo di un Liverpool in perenne difficoltà e allunga sul Manchester City, fermato in trasferta. Se il Southampton alimenta il suo sogno, il Manchester United accorcia sui rivali cittadini e lancia la sua offerta sull’Europa. Arsenal ko ma non va meglio ai cugini: il Tottenham è scomparso dai radar.
LOTTA PER IL TITOLO. Liverpool-Chelsea è sfida di cartello più per il recente passato (lo scivolone di Gerrard, la corsa di Mourinho…) che per il presente, che vede i Reds doppiati a livello di punti e umiliati sul piano della classifica. Se anche Emre Can la sblocca al 9′, di rado il Liverpool dà l’impressione di poter battere una potenza come quella di Mourinho, o anche solo di mantenere un clean sheet: i gol di Cahill e del solito Diego Costa infliggono a ciò che resta del progetto di Rodgers la quinta sconfitta stagionale, staccano di altri 2 punti chiunque altro abbia un budget da titolo e insegnano cinismo e pragmatismo laddove si insiste un po’ troppo sul ricamo sulla trequarti. Il bello è che, delle due inseguitrici, tiene il passo la squadra che non ti aspetti: prima o poi il Southampton si fermerà, ma è ancora magia per la truppa di Koeman, stavolta ai danni del povero Leicester: sui social media già girano le grafiche che sbeffeggiano Lovren, Shaw, Lallana e Lambert, i pezzi pregiati la cui partenza doveva condannare tutto St. Mary’s alla Championship. È invece un disastro continuo il City, che pareggia a Loftus Road e (ancora) trascina le sue disgrazie europee dentro i confini natii: il paziente e malato e forse servirebbe cambiare dottore.
ZONA EUROPA. Dietro il terzetto di testa, pari indolore del West Ham, che forse contro l’Aston Villa ad Upton Park poteva ambire al pacchetto completo ma può vivere di rendita per il grande inizio di stagione. Ma dietro c’è chi partiva con ambizioni grandiose e sta piano piano sciupando un’occasione dopo l’altra: detto del Liverpool, la Premier League sta lanciando una scialuppa di salvataggio ai vari Arsenal, Tottenham ed Everton. Ma il problema è mettersi nelle condizioni di essere salvati, rialzarsi e trovare un po’ di continuità: il 2-1 in casa dello Swansea (ora quinto) è per i Gunners una coda del tracollo con l’Anderlecht in Champions League e rende irraggiungibile quel Chelsea così vicino nei disegni di inizio anno. Ancora peggio il gruppo a quota 14, metà classifica: Liverpool, Tottenham ed Everton ambivano all’Europa che conta ma soffrono qualunque avversario. Sorride il Manchester United: Crystal Palace battuto di misura ed è una stagione raddrizzabile anche solo rispettando i pronostici più banali, a Old Trafford contro chi pensa alla salvezza.
LOTTA SALVEZZA. Newcastle ottavo ed la quiete dopo la tempesta, Stoke storico a White Hart Lane: zona calda lontana per entrambe e annata che diventa interessante. Si muove a piccoli passi il Sunderland (1-1 con l’Everton), è prudente il Villa, precipita l’Hull: l’1-0 del Burnley nello scontro salvezza accorcia la classifica e mette del pepe su una guerra tra poveri, che è lotta di sopravvivenza e di ‘gare da 6 punti’. Ha poco da gioire il Leicester (ma il Southampton è ingiocabile ora come ora), dal doppio scontro contro le due di Manchester esce meglio il QPR del Palace.