Risollevati dal baratro

La paura ha fatto novanta, ieri sera, allo Juventus Stadium. Il gol del momentaneo 1-2 aveva gettato nello sconforto uno stadio che, sino a quel momento, era stato enciclopedico nel sostenere una squadra che nelle Coppe ha sempre fatto fatica ultimamente; c’è voluta un po’ di fortuna per trovare il pareggio ma senza dubbio la squadra di Allegri ci ha provato e si è rialzata dalla fossa che si era praticamente costruita da sola. Le squadre del tecnico toscano però continuano a subire gol da palla inattiva, una costante che l’aveva accompagnato anche nell’esperienza al Milan e s’è ripetuta questa sera: poca preparazione su questo tipo di situazioni o semplice casualità?

Si è parlato tanto in questi ultimi mesi della Juventus di Allegri, specie perché il mancato cambio di modulo – preventivato dai più in estate – ha evidenziato da un lato una grande saggezza da parte dell’allenatore bianconero perché, evidentemente, si è reso conto da solo che quei giocatori, abituati a giocare in quel modo e con quei ritmi, potevano farlo solo con quel modulo, ma dall’altro lato forse Allegri si è un po’ nascosto dietro i successi del suo predecessore. Il 3-5-2 tanto amato da Conte, ieri sera, si è però trasformato in 4-3-1-2 con Vidal a sostegno delle punte. Esperimento logico anche a causa della mancanza di difensori, ma già l’anno scorso la Juve confezionò due buone partite contro il Real Madrid col 4-3-3, senza però portare a casa punti; ieri sera ci sono note positive e negative. Bene sicuramente il risultato che stava sfuggendo di mano a un certo punto della partita, così come è andato bene il gioco che ha prodotto tante palle gol mentre Vidal e Morata, senza troppi giri di parole, stavano affondando da soli o quasi la Juventus. Il cileno è stato superficiale in molte situazioni, non ultimo il calcio di rigore in cui ha chiesto l’incitamento del pubblico, quasi fosse una cheerleader: la colpa peggiore, però, è stata sicuramente quella di preoccuparsi di cadere e prendersi il rigore piuttosto che tirare davanti al portiere. Situazione che poi si è ripetuta poco dopo e, anche in questo caso, è stata effettuata la scelta sbagliata: passare il pallone in mezzo invece di tirare sullo sguarnitissimo primo palo. A vedere le sue prestazioni, ultimamente, qualche dubbio sulla tenuta fisica viene sicuramente.

I cambi di Allegri hanno però portato effetto. Difficile dire quanto l’ingresso di Llorente abbia cambiato la partita, onestamente, mentre Padoin ha dato energie a un centrocampo che stava a dir poco boccheggiando L’attacco bianconero è stato sicuramente più dinamico con l’ingresso dello spagnolo – il che è tutto dire della performance di Morata – ma la partita è cambiata talmente velocemente che poi dopo se n’è giocata una completamente diversa, con una Juventus attenta in difesa e pronta a ripartire. Quel quarto gol mancato prima dalla premiata ditta Llorente-Tevez e poi da Vidal su calcio di rigore, però, rimarrà nella mente dei bianconeri per molto tempo da qui al 9 dicembre, giorno in cui la Juventus ospiterà l’Atletico Madrid. Servono tre punti contro il Malmoe, non facile considerando che si giocherà in Svezia il 26 di novembre, con un tempo presumibilmente molto più che rigido e non tutti sono abituati a certe temperature: e poi gli svedesi, sostanzialmente, si giocano tutto in questa partita e potrebbero arrivare vuoti e spenti contro l’Olympiacos. Fare tre punti in Scandinavia, al 99%, significherebbe che un punto in casa con gli spagnoli potrebbe bastare per passare il turno, un obiettivo tanto scontato ad agosto quanto difficile da raggiungere soltanto qualche ora fa, soprattutto sull”1-2 per i greci.

L’importante però è essere usciti dal pantano che aveva avvolto la squadra di Allegri: nell’era recente della Champions League l’Inter era praticamente fuori dal girone a Kiev a un minuto dalla fine. Quella partita, probabilmente, è l’antefatto di ciò che avverrà qualche mese dopo, con Zanetti che alza al cielo la coppa dalle grandi orecchie. La svolta la si trova sempre quando si è aggrappati a una speranza flebile e, seppur mancasse ancora mezz’ora, alla Juventus per qualche minuto è sicuramente mancata l’aria e sono tornati in auge i ricordi di Istanbul, con la neve a fare da sfondo a una tragedia non annunciata. Almeno in questo, Allegri, è già più fortunato di Conte.

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Alessandro Lelli