Cagliari, parla Giulini: “Voglio riportare divertimento, questo è lo sport. Zeman un grande allenatore”

Tornato l’entusiasmo, tornati i tifosi e tornato anche lo spettacolo a Cagliari dopo l’arrivo del neo patron Tommaso Giulini e di Zdenek Zeman sulla panchina sarda. Un periodo davvero felice per il club rossoblù e proprio il massimo dirigente sardo racconta al Corriere dello Sport la nuova vita del club: “Ho riconfermato in blocco tutto lo staff medico che c’era dai tempi di Cellino, un gruppo di altissimo livello, riconosciuto in tutta Italia. Il calcio? Alla fine credo che il calcio sia semplice: un gioco. E come azienda, anche facile da gestire: ci sono ben altri settori più complicati. Nel calcio bisogna riportare semplicità, serenità, voglia di fare sport. Tutto questo manca, c’è un clima spesso troppo teso. Mi piacerebbe che la mia figura possa riportare il divertimento, non solo attraverso il gioco di Zeman ma anche attraverso un ritorno delle famiglie. Lo sport ha bisogno di questo. Quando si dice “bello il rugby, c’è il terzo tempo”, mi chiedo: perché non accade nel calcio? E’ sempre uno sport. Vorrei combattere questa idea. Le riforme? La strada è quello fatta in Premier, in Liga e in Bundesliga negli ultimi anni, con l’internazionalizzazione di questi prodotti oggi seguiti in cinque continenti. L’Italia ha fatto poco per esportare la Serie A e da questo punto di vista sono contento che arrivino investitori americani e indonesiani. Il calcio ha bisogno di più risorse, che non possono essere solo i diritti tv. E se sono solo i diritti tv, allora che siano ricavi importanti dall’estero. Il discorso si fa più globale, perché non riguarda solo il calcio: la fiscalità. La tassazione uccide il calcio italiano rispetto ai competitors esteri, ma questo è un problema del Paese. Con una tassazione così elevata non vedo come si possa competere”.

Sulla scelta di Zeman: “Volevamo puntare su due portieri giovani, un po’ un emblema di quello che era stato fatto con il resto della squadra. Cragno e Colombi in estate sembravano quelli che avessero fatto meglio l’anno scorso e che erano “prendibili”. Siamo andati sul meglio disponibile in quel momento. Un po’ come accaduto per Zeman. E’ un grande allenatore, che credo in carriera abbia vinto meno di quello che si meritava. Probabilmente perché in certe società non è stato capito e ascoltato sino in fondo. Da noi lavora in un clima sereno, semplice, in un ambiente in cui viene accontentato. Noi siamo compatti, lasciamo totale autonomia a Zeman. Anzi, abbiamo rafforzato la sua posizione sin dall’inizio, anche a livello di staff sanitario. La società lavora per il mister e lui lavora per la società. Carta bianca a Zeman? Devo dire che la carta bianca ha portato una situazione ottimale, anche dal punto di vista degli infortuni. La nostra rosa credo sia quella che negli ultimi due mesi abbia avuto meno infortuni di tutti. I giocatori stanno praticamente tutti bene in questo momento. E’ merito della preparazione atletica e di tutti gli accorgimenti dello staff tecnico e di quello sanitario”.

Per il futuro, due nomi, Sirigu e la storia Gigi Riva: “E’ sardo e sarà il portiere della Nazionale per i prossimi 5-10 anni, anche se si parla di ragazzini tanto in voga oggi. Se un giorno decidesse di abbassare le sue pretese e venire a Cagliari non per la pensione, ma per essere un portiere decisivo come lo è ancora oggi Buffon, allora… Se vivi a Cagliari, ti rendi conto di quello che Riva rappresenta: è come Maradona per Napoli. Ci piacerebbe riavvicinarlo piano piano alla società: non sta attraversando un momento particolarmente bello, ma gli siamo vicini”.